Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
Ansa e Holappa sono foglie secche che il destino sprezzante si diverte a trasportare senza un progetto preciso. Ansa e Holappa fluttuano nell'aria fredda per poi posarsi in qualche luogo dove consumare un'esistenza priva di futuro e povera di speranza. L'abitudine alla bottiglia è, probabilmente, la causa della solitudine di Holappa mentre Ansa è disillusa, forse scottata da qualche precedente relazione. Sbandati e maltrattati dalla società consumista e cinica in cui vivono i due non hanno costruito granché. Holappa vive insieme agli stranieri in un container adattato a casa dall'azienda edile che li sfrutta. Ansa vive un pelo meglio perché ha ereditato un monolocale ma l'atteggiamento indomito l'ha privata di lavoro e fiducia nel prossimo. Il loro incontro, tuttavia, sembra rimettere insieme i cocci di ciascuna esistenza in un vaso più grande, certamente sbrecciato e malconcio, ma rinsaldato dal collante di un sentimento che finalmente increspa le labbra sterili di lei e riduce il desiderio di assaporare il contenuto della fiaschetta di lui.
"Foglie al vento" prosegue il percorso minimalista tracciato dal regista Aki Kaurismäki e cammina lento sul sentiero della tradizione cinematografica scandinava fatta di assordanti silenzi e lentissimi moti meccanici.
Dialoghi surreali, incontri regolati dal caso, parole appuntite, atteggiamenti concreti che riducono il corteggiamento ad una pratica sociale tanto noiosa quanto necessaria costituiscono l'ossatura di un cinema sospeso nel tempo che sembra parlare del futuro, del presente e del passato allo stesso modo. Sulle pareti un calendario del 2024 spinge lo sguardo verso un futuro (prossimo) che non promette nulla di buono mentre la radio gracchia i tristi bollettini di guerra provenienti dalla lontana (vicina?) Ucraina a memoria di un presente incerto e rabbioso a cui tutti potremmo appartenere. Tutto il resto ricostruisce un passato in cui si memorizzava un numero di telefono scrivendolo su un pezzo di carta. Un passato che, tuttavia, sembra suggerire un'epoca ugualmente imperfetta, comunque plasmata sullo spreco, sulla solitudine e sulla mancanza di solidarietà. Colpisce, dunque, l'assenza di tecnologie e l'abbondanza di cimeli nell'abitudinaria esistenza dei reietti protagonisti ma non colpisce, affatto, la difficoltà a relazionarsi con il singolo ed il distacco imposto alla società che i due respingono con temperamento fiero e scostante.
Kaurismäki congela il tempo ma individua in quell'istante tutte le difficoltà dell'uomo e della donna di oggi, di ieri, di sempre.
"Foglie al vento" è un film striminzito tanto nella parola quanto nella narrazione. Difficile da gustare al pari di una confezione di cibo scaduto che non si può più vendere anche se potrebbe soddisfare il palato di chi osa assaggiarne una forchettata. Cinema da assaporare lentamente quello del regista finlandese, senza fretta e con molta curiosità. In esso si possono sentire l'amarognolo sapore delle rivendicazioni salariali, l'acida disincantata arrendevolezza degli ultimi, le dolci sensazioni di un amore appena sbocciato, l'umor salato delle ferite in via di guarigione, il proteico umami sprigionato dal ricco e burroso cabaret di citazioni cinematografiche che vanno dagli innamorati di "Tempi moderni" ai lavori di Bresson e Visconti, passando per gli zombi catatonici di Jarmush e della vita presente. Senza fronzoli, non privo di umorismo e percorso da una venatura sociale e socialista che lo rende mezzo ed inno del regista cólto del popolo.
Cinema Teatro Santo Spirito - Ferrara
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