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La zona d'interesse

Regia di Jonathan Glazer vedi scheda film

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La recensione su La zona d'interesse

di tobanis
8 stelle

Un altro film sull'Olocausto? Sì certamente, e sempre, ma stavolta da un particolare punto di vista.

Sandra Huller è una (brava) attrice che istintivamente mi sta sui maroni. Mai vista mai conosciuta, così, una cosa a pelle, non razionale, ma anche se non fosse attrice sarebbe lo stesso, una persona che non mi piace (poi magari la conosci ed è adorabile, chissà). Non aiuta questa mia presa di posizione il fatto che, su due film, l’ho sempre vista fare la parte di persone a loro volta insopportabili. Moglie forse assassina forse no in Anatomia di una caduta, qua è addirittura la moglie egoista del direttore del campo di concentramento di Auschwitz. Una merda di persona, che si appropria con indifferenza dei beni che le arrivano in casa, beni che prima erano di proprietà delle ebree condotte allo sterminio. Che poi, non solo è una merda, ma pure una persona gretta, insignificante, che trova spassoso un tizio che suona la fisarmonica di fronte alle mucche, secondo tutti i clichè del “buon gusto” teutonico. Ma vabbè, la sua parte è fondamentale, ma il film non racconta di lei, bensì della vita quotidiana del comandante del campo, e della sua famiglia, nella loro casa confinante col muro del campo stesso. Che poi, la fai facile a dire che loro vivono in un mondo a parte….un paio di balle, hai sempre un sottofondo in lontananza di grida, urla, spari, cani cha abbaiano…e la sera lui chiude a chiave almeno una decina di porte, prima di andare a dormire. Comunque un punto di vista originale e di qualità sul Male assoluto, il merdume nazista. Bella la regia, bravi tutti gli interpreti, a partire dal protagonista. Il film non è un capolavoro, a parer mio, però è il classico gran film, a cui darò un 8. Spesso poi proprio questi film sull’Olocausto non lo dicono, lasciando una brama di giustizia inappagata….ma poi, che fine fecero ste persone schifose? Per il comandante Hoss ci fu una gran legge del contrappasso: catturato malgrado i suoi tentativi di nascondersi, venne portato a Norimberga e Varsavia e ivi processato. Condannato a morte, nel 1947 venne impiccato e cremato, proprio nel campo di Auschwitz. La moglie ahimè visse ancora a lungo, morì a 81 anni; i figli si dispersero per il mondo e per lungo tempo si rifiutarono di accettare la vera figura del padre. Il film è andato molto bene al botteghino ed è stato osannato dalla critica. A Cannes arrivò di fatto secondo; vinse poi l’Oscar per il migliore film straniero (vinse anche per il sonoro). Molto consigliato, non fatevi spaventare dall’argomento, non è un mattone e anzi va via rapidissimo.

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