Regia di Jonathan Glazer vedi scheda film
Jonathan Glazer dirige un film cupo ed ovattato sulla banalità del male con una fotografia spettacolare di Lucas Szal Steven Spielberg lo ha definito dopo il suo “Schindler list” il miglior film sull’olocausto. La zona di interesse un film comunque obbligatorio.
La zona d'interesse (2023): scena
La zona d'interesse (2023): Christian Friedel
La zona d'interesse (2023): scena
La zona d'interesse (2023): scena
La zona d'interesse Gran Bretagna/Polonia 2023 la trama: “La Zona d’interesse" è la storia di una famiglia tedesca in apparenza normale che vive in una bucolica casetta con piscina annessa, una quotidianità fatta di gite in barca, il lavoro in ufficio del padre, le colazioni della moglie con le amiche, le domeniche dedicate alla pesca al fiume. Peccato che l’uomo in questione sia Rudolf Höss, comandante di Auschwitz, e la deliziosa villetta con giardino in cui vive con la sua famiglia in una surreale serenità è situata proprio al confine con il campo di concentramento a due passi dall’orrore, così vicino e così lontano alla più grande tragedia compiuta da uomini sui loro simili. La recensione: Film tratto dal dal romanzo di Martin Amis. Prodotto da Extreme Emotions, A24, Film4 Productions, House Productions Distribuito in Italia da I Wonder Pictures. Musiche di Mica Levi. Le riprese si sono svolte ad Auschwitz.Il film è stato girato da Glazer e il direttore della fotografia Lukas Szal piazzando delle macchine da presa nella residenza degli Höß, ricostruita dallo scenografo Chris Oddy, utilizzando la luce naturale e permettendo agli attori di muoversi liberamente all'interno della scena mentre erano ripresi da più di dieci angolazioni contemporaneamente(tratto da wilkipedia). Uno straordinario film situato a metà tra documentario e thriller dell’anima. Un’opera agghiacciante sul mistero della mente umana. A fare da lugubre sfondo c’è il campo di concentramento di Auschwitz. L’attenzione del regista però si focalizza sull’essere umano e le sue variazioni, con la propria moralità distorta, agiata per se stesso e la sua famiglia ed il campo di concentramento di fronte, con i suoi rumori in sottofondo. L’abilità di Jonathan Glazer è dimostrata nel farci percepire l’orrore senza mostrarlo mai in maniera diretta, ma solo con i rumori di sottofondo. Il film è completamente senza trama. Ha vinto il premio Oscar nel 2024 come miglior film dell’anno, sbaragliando la concorrenza tra gli altri di “Mio capitano” di Matteo Garrone. Il film non si può definire un capolavoro, ma tiene incollati allo schermo per 1 ora e 40 minuti di durata del film che passano in un momento. Un film curato in modo maniacale, con un ottima scenografia asettica. Ad esempio il film “Il bambino con il pigiama a righe”del 2008 di Mark Herman, pur trattando il medesimo tema è più poetico e commovente. La zona di interesse invece è più asciutto e formale. Una riflessione sui fatti accaduti durante l’Olocausto su un orrore difficile da decifrare, sulla mancanza di valori veri, rispetto, educazione ed una apatia di fondo che ovatta il tutto. Eccellenti tutti gli attori, ma una menzione di merito alla grande Sandra Hüller che interpreta con algida freddezza e crudeltà emotiva il ruolo cardine di Hedwig Hoss la moglie del comandante, ammirata recentemente in “Anatomia di una caduta” della regista emergente Justine Triet. Interpreti e personaggi Sandra Hüller: Hedwig Höss Christian Friedel: Rudolf Höss Medusa Knopf: Elfriede Daniel Holzberg: Gerhard Maurer Sascha Maaz: Arthur Liebehenschel
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Ad integrazione mia recensione: Lukasz Zal e’ stato candidato due volte all'Oscar alla migliore fotografia: nel 2015 assieme a Ryszard Lenczewski per Ida e nel 2019 per Cold War. La fotografia de La zona di interesse color seppia è qualcosa che appaga l’occhio in modo sublime.
Su questo film mi sono documentata e avrei tanto voluto vederlo anche io, ma qui da me non è uscito nemmeno in una rassegna cineforum: è davvero un buon film, artisticamente ben superiore a Schindler list, che comunque rimane il manifesto ormai per eccellenza sull'olocausto.
Ma non è certo il più bello da un punto di vista artistico; me ne vengono in mente almeno un paio, tre con questo da te recensito; in primis "la scelta di Sophie"
Ma sai quante villette, non bucoliche, ma alla moda, sopravvivono sul confine israeliano con la striscia di Gaza, ridotta ad un cumulo di macerie cadaveri?!
Hanno girato molti film su questo triste argomento
Purtroppo non mi ha emozionato, non mi ha coinvolto come mi aspettavo, sul tema sono altri i film che mi ricorderò per sempre...ovviamente Spielberg ma anche Il Pianista....Kapo',solo per fare qualche nome.
D'accordo i rumori,quello che ci stava intorno...secondo me sopravvalutato, se poi ci penso che ha battuto il film di Sorrentino agli Oscar mi viene solo rabbia,una terribile rabbia visto che li ho veduti entrambi....e non voglio passare per nazionalista....è solo un'opinione personale.
Grazie Claudio
Che rispetto come sempre Ezio, forse però tu ti confondi con il film di Garrone Io Capitano
si Garrone ovviamente....scusa il refuso....
Sono tanti i film Ezio
Mi sembra un'opera molto interessante, sia per mostrare "la banalità del male" che per suggerire l'orrore senza mostrarlo direttamente. Me lo segmo.
Balinverna mi ha molto convinto e coinvolto vedilo
Credo che la frase "Un’opera agghiacciante sul mistero della mente umana" sintetizzi molto bene il senso di questo importantissimo film
Ed io ti ringrazio di aver apprezzato questa mia osservazione
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