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La zona d'interesse

Regia di Jonathan Glazer vedi scheda film

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La recensione su La zona d'interesse

di 79DetectiveNoir
5 stelle

Ma quale capolavoro! Suvvia. Un film di una noia mortale e più furbo di mille volpi messe assieme. Comunque, è vero che la volpe è furba?

Christian Friedel

La zona d'interesse (2023): Christian Friedel

 

https://www.mulhollandlynch.com/?p=13735

 

Quanto leggerete nelle prossime righe (e tutti in f... ga, no, riga con pettinatura “da righello”) sarà falso, forse però meno di tal film sopravvalutato in modo più tragicomico della celeberrima battuta pronunciata da Paolo Villaggio ne Il secondo tragico Fantozzi, naturalmente riguardante La corazzata Potëmkin.

Diciamocela, La zona d’interesse è una cagata pazzesca! Detto apoditticamente ciò, dico altro, sottostante.

Oggi recensiamo l’acclamato, nuovo ed esorbitante opus del sempre più spiazzante e sorprendente Johathan Glazer (Sexy BeastUnder the Skin), ovverosia La zona d’interesse (The Zone of Interest), finalmente approdato sui nostri grandi schermi dopo aver giustamente ricevuto, pressoché unanimemente, critiche molto lodevoli. La zona d’interesse è stato candidato a 5 premi Oscar e, oltre ad essersi aggiudicato la nomination per la migliore sceneggiatura non originale, ad opera peraltro di Glazer stesso, e quella nella categoria di miglior film straniero, è in lizza nelle due maggiori, vale a dire Best Picture dell’anno & Best Director, cioè regista. Candidature meritate ampiamente e, in effetti, La zona d’interesse, così come disamineremo nelle righe a venire, è sicuramente una delle migliori pellicole imperdibili della stagione. O forse no? Ah ah, classica freddura à la Falò, oh oh. Presentato in Concorso alla settantaseiesima edizione del rinomato Festival di Cannes, ove vinsei il Grand PrixLa zona d’interesse dura centocinque minuti circa, corposi, tanto fortemente inquietanti quanto cinematograficamente estasianti. Mica tanto... Eccone la trama, riportatavi fedelmente dalla precisa sinossi “allegataci” a piè del trailer italiano immessoci per conto di I Wonder Pictures.

Un uomo e sua moglie tentano di costruire una vita perfetta in un luogo apparentemente da sogno: giornate fatte di gite in barca, il lavoro d’ufficio di lui, i tè con le amiche di lei e le scampagnate in bici con i figli. Ma l’uomo in questione è Rudolf Höss, comandante di Auschwitz, e la curata villetta con giardino della famiglia si trova esattamente di fianco al muro del campo...

 

scena

La zona d'interesse (2023): scena

scena

La zona d'interesse (2023): scena

 

L’uomo è incarnato dal bravissimo e luciferino Christian Friedel nei panni del realmente esistito nazista Rudolf Höss, mentre la sua consorte, di nome Hedwig, è interpretata dalla strepitosa, altrettanto sinistra e paurosa, perlomeno, naturalmente per ciò che concerne il suo personaggio, Sandra Hüller. Quest’ultima candidata agli Oscar nella categoria di miglior attrice protagonista per il magnifico Anatomia di una caduta. A sua volta nominato agli Academy Awards e, alla pari de La zona d’interesse, osannato alla kermesse cannense suddetta ove s’aggiudicò la Palma d’oro. Un annus mirabilis, dunque, per la tedesca, poliedrica e mutevole Hüller (da non confondere con Adolf Hitler, ih ih). La quale, soltanto, per modo di dire, con due prodigiose performance in rispettive pellicole parimenti mirabili, per di più entrambe entrate di diritto nella rosa dei migliori film in gara per aggiudicarsi l’agognata statuetta dorata, da “anonima” attrice famosa solamente in territorio germanico, in un batter d’occhio, è ascesa vertiginosamente alla lodata popolarità internazionale. Ora, al di là d’alcune inquadrature mozzafiato e da pelle d’oca, in ogni senso, tanto stupende a livello figurativo quanto raggelanti sul piano emozionale, The Zone of Interest rimane una furbata bella e “buona” che non (re)inventa alcunché, peraltro traendo capziosamente, dichiaratamente origine dalla citata, quivi rielaborata e letta, favola dark dei fratelli Grimm, vale a dire Hänsel e Gretel, ah ah, no, dal libro omonimo di partenza di Martin Amis, qui  da Glazer trasformato in immagini calligrafiche. Glazer, estetizzandolo magnificamente, eppur furbescamente, grazie all’eccelsa fotografia di Lukasz Zal (la dicitura esatta non è propriamente questa ma si attiene alformat di FilmTv.it che non permette di usare lettere, diciamo, ostrogote), assurge a genio immediato, perlomeno secondo l’intellighenzia odierna, enormemente erronea, che ha preso un abbaglio colossale. Non è un colossal alla Schindler’s List e allora, in tale 2024 nazista che vuole bruciare tutto, esaltando invece il superfluo, oggi come oggi, per l’appunto, l’appena nominatovi film di S. Spielberg diviene mediocre (forse, col senno di poi, lo è, comunque, eh eh), mentre l’operetta leziosa di Glazer è accolta come un irrinunciabile masterpiece da non ficcare, per nessuna ragione al mondo, nel “forno crematorio” delle pellicole da ardere. Anzi, di contraltare, da eleggere in gloria in base a dittatoriali, hitleriane falangi “armate” di pennivendoli che la incensano ed elevano oltremodo.

 

Sandra Hüller

La zona d'interesse (2023): Sandra Hüller

Sandra Hüller, Christian Friedel

La zona d'interesse (2023): Sandra Hüller, Christian Friedel

 

di Stefano Falotico

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