Regia di Hang-jun Jang vedi scheda film
FAR EAST FESTIVAL 25 - CONCORSO
Al Concorso del Far East Festival 25 torna, come tradizione, il cinema dedicato allo sport grazie al brillante e scatenato Rebound, del regista coreano Chang Hang-jun.
Stavolta lo sport al centro della vicenda è il basket, e l’ambientazione un liceo prestigioso, la cui squadra finisce in miseria e per questo viene assegnato a un coraggioso e impavido ex giocatore, il compito di ricostituirla con un budget irrisorio e tanta voglia di ricominciare.
LA TRAMA:
Un prestigioso liceo di Busan finisce per accorgersi che la propria squadra di basket è praticamente sciolta dopo l’abbandono di alcuni elementi portanti.
Il volenteroso e ottimista ex campione e studente Kang Yang.hyun accetta l’ardua scommessa di riportarla in vita, senza tuttavia poter contare su un budget coerente e solamente avvalendosi delle forze della propria iniziativa.
Il giovane si prende la briga di formare in poco tempo una squadra che possa almeno tentare di riportare in competizione quella scuola un tempo forte di una delle squadre più talentuose.
L’improvvisato, ma tutt’altro che sprovveduto allenatore, riuscirà a convincere solamente sei ragazzi, tutti piuttosto refrattari a collaborare, riuscendo poco per volta nell’incredibile compito di amalgamare spiriti ribelli che mal dimostravano di potersi conciliare, presi ognuno da un proprio individualismo totalmente incompatibile con il progetto di costituire una squadra omogenea in grado di arrivare a vincere.
La storia, che pare incredibile, è tratta da una vicenda realmente accaduta a una squadra scolastica nel 2012.
Quasi ogni anno la selezione del FEFF sceglie almeno una pellicola dedicata a uno sport, e quest’anno è la volta del basket, che in Corea risulta comunemente praticato nelle scuole, anche se notoriamente gli studenti di quel paese sono più portati a sgobbare per passare esami, che darsi allo sport, attraverso la frequentazione di corsi di studio, come avviene tipicamente negli Usa.
E Rebound, il cui titolo deriva proprio dal rimbalzo della palla come requisito essenziale e regola basilare per lo sport della pallacanestro, pur sviscerando tutti, ma proprio tutti i cliché inerenti i tentativi grotteschi di un apparentemente ingenuo coach in erba di formare la sua prima squadra, si rivela un film di impatto, simpatico, brioso, interpretato da attori simpatici in grado di esprimere al meglio le sfaccettature che gli abili scenografi hanno saputo riservare a ognuno dei sei giocatori.
Al suo quinto film dopo aver saputo spaziare dalla commedia a un thriller come Forgotten, presentato pure lui al FEFF di Udine nel 2017, il regista Chang Hang-jun dimostra buone capacità di direzione sia di scene concitate sul campo da gioco, sia nell’introspezione che muove i sei giocatori, nel momento cruciale in cui l’amalgama dei sei elementi sembra rivelarsi un vero e proprio fallimento. Dando luogo a situazioni che, solo per lo spettatore e non certo per il povero e bonario allenatore protagonista, si rivelano una fonte di spasso e puro divertimento.
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