Regia di Gian Vittorio Baldi vedi scheda film
C’è una sorta di imbarazzo da parte di quei cineasti cresciuti a una certa scuola di cinema e di televisione (la televisione di un tempo, quella degli sceneggiati divulgativi che sapevano anche essere “spettacolari”), a entrare nei circuiti di comunicazione moderni. Gian Vittorio Baldi, regista di buon mestiere, autore di pellicole non dimenticate come “L’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale”, produttore di “Quattro notti di un sognatore” di Bresson e documentarista di coerente militanza, dimostra ancora una volta quanto sia impervia la via del cinema, oggi troppo spesso in rotta di collisione con quella della cosiddetta “fiction”. Non è in discussione l’impegno del suo “Temporale”, ambientato in Bosnia, tra odio e paura, forze d’urto e d’amore, con cui ritorna sul grande schermo dopo alcuni anni, ma la messa in scena. Incartata in vecchi stilemi.
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