Regia di Ivano De Matteo vedi scheda film
In un miscuglio di banalità, Ivano De Matteo dimostra di non saper gestire i personaggi, relegandoli a macchiette volgari e antipatiche.
C'è la finale di Champions League, il 31 maggio 2001 allo Stadio Olimpico di Roma (anche se nella realtà è avenuta il 23 maggio a San Siro) e quale occasione più banale di questa per riunire gli episodi di personaggi che per una ragione o per un'altra odiano l'umanità brutta e cattiva?
Esordio alla regia per Ivano De Matteo (il documentario Prigionieri di una fede del 1999 è fuori-scala), ultrà della Lazio in giovinezza che nel corso del film cerca continuamente di essere originale, con scene velocizzate et simili, ma risulta solo ridicolo.
Anche la sceneggiatura cerca di essere provocatoria, ma la satira è pressoché inesistente, e il tutto si riduce ad un miscuglio di volgarità fine a se stesso (il linguaggio del film in certi punti farebbe impallidire un marinaio sbronzo), contornate da storielle banalissime e forzate e personaggi macchiettistici, stereotipati e antipatici.
Il film risulta dunque avere la consistenza di un peto, ma non tutto è perduto: in mezzo alla recitazione perlopiù scadente vi è Franco Nero, un signor attore che in questo film dimostra di essere 20 spanne avanti a tutti gli altri.
Peccato che tra tutti i film in cui ha recitato questo è probabilmente il peggiore (dico probabilmente perché non li ho visti tutti, ma andando a naso direi di aver ragione).
Voto: 2,5/10.
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