Regia di Jacques Rivette vedi scheda film
Jacques Rivette elegge il teatro a luogo in cui ci si smarrisce, a terra straniera, ad avamposto sull'ignoto. La recitazione imposta e non sentita è come una fuga da se stessi che termina nel vuoto, un pirandelliano "Come tu mi vuoi" che si dissolve in "Uno, nessuno, centomila". Per l'attrice Camille, come per il suo personaggio Cia, lo spettacolo a Parigi significa il difficile ritorno ad un punto di partenza che, però, è cambiato. Non sempre è bene che un'assenza si concluda con un ritrovamento. Come per il misterioso testo di Goldoni, scomparso e inedito, la mancata conoscenza gode di una perfezione che rimane inattaccabile fintanto che riesce a sottrarsi allo squallido confronto con il mondo. I libri, che, a vario titolo, sono gli oggetti protagonisti di questo film, sono gli inerti depositari della memoria e rappresentano, al contempo, il sapere nascosto e la possibilità di scoprirlo. Quest'ultima assume la triplice veste di un faticoso dovere (come per il professore Pierre), di un desiderio proibito (come per il regista bibliofilo Ugo) e di un innocente gioco (come per la giovane e frivola Dominique). Sono questi, in fondo, i tre volti dell'amore, in cui si mescolano, in diverse combinazioni, altrettanti modi di porsi di fronte alla verità: sincerità, ipocrisia e menzogna. Così, in questa storia, anche i destini delle tre coppie si intrecciano e si sovrappongono, come i labirintici criteri di catalogazione del fondo antico della Bibliothèque Nationale. "Chi lo sa?" ripropone, in maniera dinamica e fantasiosa, il tema rivettiano delle partite a due, che qui, come in "Noroît", "Céline e Julie vanno in barca " o in "Storia di Marie e Julien", appaiono sospese tra realtà, inganno ed immaginazione.
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