Regia di Jacques Rivette vedi scheda film
Una compagnia teatrale italiana va a Parigi a mettere in scena Pirandello; il regista e la prima attrice (francese), che sono anche fidanzati tra loro, vengono sviati da varie tentazioni e arrivano sull’orlo della separazione (umana e professionale), ma alla fine tutto si aggiusta. Per essere di Rivette (e nonostante le sue abituali, gratuite lungaggini) il film è abbastanza gradevole e leggero. Forse insiste un po’ troppo sul gioco di rispecchiamenti fra la vita e il teatro e sui parallelismi fra le vicende: ci sono ben due ricerche di oggetti, un gioiello e una commedia inedita di Goldoni, dal misterioso titolo Il destino veneziano, che si rivela essere un più prosaico Il festino veneziano e il cui manoscritto viene ritrovato in mezzo a libri di ricette di cucina (soluzione balzana e improbabile). Interessante la naturalezza nell’uso delle lingue: i francesi parlano fra loro in francese, mentre quando è presente Castellitto (che ha la solita aria sudaticcia) gli si rivolgono in italiano.
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