Regia di Michael Lehmann vedi scheda film
Prendi un bel protagonista, sex symbol del momento, prendi anche una storia pruriginosa come l’astinenza dalla masturbazione in età adolescenziale, metti tutto in commedia con tanto di appagamento romantico sul finale e il gioco è fatto. Il film di Michael Lehmann non si può dire non sia riuscito. Sa giocare bene le proprie carte, usa un attore da traino con la freschezza di Josh Hartnett per tenere insieme un film sì dall’idea originale, ma che potrebbe fare acqua da tutte le parti da un momento all’altro, e riesce ad arrivare alla fine della pellicola godendosi un risultato decisamente brillante.
La commedia è ben scritta, è molto facilona, personaggi da gag televisiva, il solito miglior amico nerd che veicola lo stereotipo dell’adolescente tutto sesso e testosterone per nascondere in realtà la difficoltà ad essere virile, ma per il resto gli snodi narrativi sono esilaranti, e il moralismo di stampo cattolico che sembra essere lì dietro all’angolo viene stemperato dall’ironia e da una leggera denuncia dei costumi borghesi.
Il film ha il pregio infatti, di superare la banalità della tipica commedia giovanilistica americana all’American Pie proprio con questo leggero tocco anticonformista. In primis la masturbazione, da sempre tabù - e in effetti viene qui trattata con taglio comico per umanizzarla carnevalescamente - e poi l’orgasmo femminile della protagonista, ottenuto solo con l’aiuto di un fiore e del soffio continuo del maschio sul suo sesso, audace; per non dire del finto orgasmo di Josh Hartnett che dimostra la carica comica dell’attore che sa benissimo come giocare con i tabù. Hartnett va oltre la commedia, e sa personificare un tipo banalizzato dal plot, ma pieno di sottotesti, come il blocco sessuale del maschio alfa, l’esasperata copulazione come forma distressica di impotenza virile, il mondo femminile come un universo dominante, e una latente omosessualità nascosta nelle pieghe del voyeurismo tra amici: l’esperienza sessuale condivisa, la masturbazione come cavallo di troia per sondare il proibito altrui, la scommessa sulla tenuta di castità del protagonista e conseguente interesse morboso sulla sua sessualità e il suo corpo - che regala infatti, aiutato da un toy di plastica dalle dimensioni inquietanti, pruriti da cameratismo adolescente.
Josh, va oltre la commedia. E’ partecipe alla sua recitazione, non è un agglomerato di espressioni senza senso, adattabilissimo ad un film di questo tipo. Josh, sembra essere impegnato in un film di Scorsese o di Lynch…. Ha un’espressione sincera e naturale, che solo i grandi portano in ogni loro personaggio. Chiunque esso sia. Sia quello di un grande thriller d’autore, sia quello di una semplice commediola per ragazzini.
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