Regia di Antonio Tibaldi vedi scheda film
È l'unico pensiero che mi è effettivamente passato per la testa durante la proiezione. Dopo Gorgona c'è l'entroterra, la penisola, che se non è proprio l'inferno è un purgatorio di anime rinchiuse in centri di detenzione orripilanti, animaleschi. Ed è proprio sul rapporto tra animali e uomini che gira l'economia dell'isola-centro di reclusione di Gorgona, dove una comunità di detenuti (italiani e stranieri) vive quello che sulla terra ferma è pura utopia. Un mondo altro, fatto di rispetto e rieducazione (seria e senza "guardie"). Un piccolo documentario che Antonio Tibaldi gira con destrezza facendo trasparire l'umanità dietro al prigioniero. Gorgona va vista in fondo attraverso la lente d'ingrandimento grandangolare: nessuna allegoria, per un paese che sa quello che può fare grazie al proprio sitema penitenziario, ma che per convenienza politica ed economica non metterà (forse) mai in atto.
- Visto in sala con Cecco Bellosi, che prima di allora non conoscevo -
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