Regia di Jacques Audiard vedi scheda film
Leggere le labbra può essere utile e diventare il "senso" sostitutivo dell'udito. Potendo scegliere quando sentire e quando isolarsi, la semisordità diventa in questo film un privilegio, un "marchingegno" piegato alle proprie esigenze. Questa è sicuramente la cosa che mi ha colpito molto, ma anche questi amori così diversi, da quello vantato e sventolato dall'amica pressochè disinibita, a quello frustrato e smorzato di Carla per finire su quello del controllore della libertà vigilata, un amore fatto di accettazioni e compromessi, ma che porta alla follia. E di fronte alla follia, di fronte alla fine di un amore puro e vero le inibizioni possono essere vinte per lasciare posto solo al sentimento. Il finale mi ha un po' sorpreso, in realtà è doppio: è la fine delle storie d'amore e la fine della rapina. Molto bello!
La storia è avvincente, all'inizio pensavo si sarebbe soffermata sul problema dell'handicap, mentre invece prende nella seconda parte del film una piega inaspettata, coinvolgente, con i tempi e i ritmi dei thriller mozzafiato. Ben equilibrata, analizza sia l'intimità psicologica e fisica dei protagonisti, sia l'ingegno della rapina.
Mi ha mandato in delirio, per ogni ripresa che voleva farla sembrare brutta la trovavo sempre più bella... Vissuta, frustrata, travolgente, viva e questo è quanto di più bello un'attrice può dare a un personaggio. Bellissimi quegli occhi allagati di lacrime...
Bravissimo nella parte dell'ex-detenuto, dà prova di grandi capacità espressive e si cala nella parte col nerbo del buon attore!
Ben guidata la macchina da presa, geniale la riproduzione della semisordità e bellissimi i primi piani sulle labbra, le inquadrature a campo stretto onnipresenti, la luce sui piccoli particolari!
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