Regia di Jacques Audiard vedi scheda film
Situazioni estreme ed emozioni forti caratterizzano il cinema di Jacques Audiard sin dagli esordi e comunque ben prima che questi venisse celebrato in tutto il mondo come autore de "Il profeta". "Sulle mie labbra", nella fattispecie, è il suo terzo lungometraggio e mette in scena un insolito noir giocato su sensi e sentimenti che vede una timida impiegata con problemi d'udito assumere un ex galeotto con debiti di gioco troppo alti per poter essere pagati onestamente. La loro storia è quella di due solitudini che si uniscono non tanto per attrazione quanto per disperazione e bisogno di restare a galla. Fra i due s'instaura presto un rapporto di complicità destinato ad andare ben oltre la semplice collaborazione lavorativa sino a sfociare addirittura in un piano criminale a svantaggio di alcuni gangsters locali. Bonnie e Clyde disfunzionali, i due protagonisti sublimano la loro relazione in una (in)comunicabilità fatta di odori, di sguardi rubati, di parole lette sulle labbra, inseguendo famelicamente la chimera di una nuova occasione per ricominciare. Audiard li segue con cura maniacale incollando la sua macchina da presa sui volti segnati e vissuti dei suoi personaggi, giocando su diversi piani di percezione di suoni ed immagini e regalando diverse sequenze riuscite come quelle del furto o della tortura. Cinema teso e sofferente, cinicamente romantico e di sicuro impatto visivo grazie anche all'efficace prova fornita dalla coppia Cassel e Devos. Pianeti estranei ma irrimediabilmente invischiati nella stessa orbita.
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