Regia di Paul Greengrass vedi scheda film
L’Irlanda del Nord è una regione del Regno Unito. Negli anni ’20 ottenne l’autonomia dall’Irlanda e vennero definite le frontiere tra i due paesi. Nel 1969 scoppiò una guerra civile tra la comunità cattolica e protestante e il parlamento di Londra decise di riprendere l’amministrazione della regione. Nei primi anni settanta il governo protestante inglese nel tentativo di reprimere l’indipendentismo cattolico introdusse un decreto che autorizzava l’arresto preventivo. Il 30 gennaio del ’72 nella città di Londonderry venne organizzata una marcia pacifica contro il decreto e per la difesa dei diritti civili, ma si trasformò in una BLOODY SUNDAY (una domenica di sangue), poiché l’esercito inglese uccise 13 persone e ne ferì 14, fu la scintilla che fece scoppiare una guerra civile contro il governo londinese rianimando il braccio armato dell’IRA. L’esordiente P.Greengrass decide di raccontare quella tragica giornata cronologicamente e da quattro punti di vista. Si parte dalla preparazione della manifestazione da parte del parlamentare protestante Ivan Cooper , difensore dei diritti dei diritti cattolici, il quale sotto il nume tutelare di M.Luther King si spende perché tutto avvenga senza incidenti. Infatti lo vediamo muoversi con sicurezza tra i comitati e tra la gente per le strade, tollera a fatica le teste calde dell’IRA, perde per un attimo il controllo della situazione a causa di alcuni teppistelli che cedono alle provocazioni dei militari inglesi, i quali disperdono i facinorosi con idranti, gas lacrimogeni e pallottole di gomma (seguendo una linea di repressione “morbida”). Sembra che tutto sia tornato alla normalità, ma al termine del comizio conclusivo i parà decidono di sferrare un attacco indiscriminato contro la folla inerme nel tentativo di catturare alcuni ricercati, sarà una tragedia. Gli altri punti di osservazione della vicenda sono anche Gerry, un ragazzino cattolico appena uscito di prigione che cerca di evitare gli scontri ma ne viene purtroppo coinvolto, la sua uccisione convincerà gli amici ad entrare nella lotta armata; un generale di brigata e un parà inglese rappresentano invece due diversi sguardi dall’altra parte della barricata: da un lato l’ottusità e la follia premeditata dei militari, dall’altro i dubbi e lo sbigottimento per tanta crudeltà perpetrata. Nessuno dei soldati che quella domenica sparò sui manifestanti venne mai punito, alcuni degli ufficiali in comando vennero addirittura decorati dalla Regina. Le parole di Ivan Cooper (uno straordinario James Nesbitt) furono abbastanza esplicite sui danni causati dalla strage: “Avete distrutto il movimento per i diritti civili e avete regalato all’IRA la più grande vittoria che abbia mai ottenuto”. Greengrass ricostruisce fedelmente la cronaca di quel tragico evento in modo asciutto e incisivo girando in digitale e con macchina a spalla. Doverosa infine la chiusura del film sulle note di SUNDAY BLOODY SUNDAY degli U2.
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