Regia di Kevin Reynolds vedi scheda film
Ha sempre un suo fascino avventuroso, la storia di Edmond Dantes, il giovane marinaio francese ingiustamente accusato di tradimento e letteralmente “seppellito” nell’orrida fortezza dell’isola di Chateau d’If, ad attendere la morte, per consunzione, torture e vecchiaia. Edmond ci resta 13 anni, e poi, con l’aiuto di un vecchio pazzo che è chiuso là da tempo immemorabile e dice di avere la mappa di un tesoro inestimabile, riesce a fuggire, recupera il tesoro e mette in atto la sua terribile vendetta. Nasce così il misterioso “conte di Montecristo”, personaggio senza pace di Dumas, che dopo Robin Hood e il Kevin Costner di “Waterworld” non poteva non piacere a Kevin Reynolds. Un idealista incattivito, tradito dal suo migliore amico e, lui crede, dalla donna che ama, un giramondo sbalzato dall’innocenza alla disillusione. Extralungo (131 minuti), “Montecristo” soffre di un eccesso di lentezza e, soprattutto, del fiacco carisma dei due protagonisti (Jim Caviezel e Dagmara Dominczyk – Edmond e Mercedes), che hanno quell’aria un po’ imbambolata dei divi da telefilm. Peccato, perché invece Guy Pearce ha la grinta giusta da cattivo nevrotico e Richard Harris pare divertirsi molto a gigioneggiare sotto la barba e gli stracci dell’abate Faria.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta