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Montecristo

Regia di Kevin Reynolds vedi scheda film

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La recensione su Montecristo

di Rosencrantz
6 stelle

Più che perdersi in inutili confronti con i numerosi adattamenti che l'hanno preceduto, sarebbe interessante chiedersi cosa abbia spinto una casa di produzione a realizzare un film così anacronistico, affidandolo per di più ad un regista con la scritta "fallimento" sul cappellino: credo che nessuno avrebbe scommesso due lire sul successo di una pellicola simile, ma è evidente come Reynolds goda ancora di qualche (immeritata) stima nelle alte sfere produttive. Il risultato finale, a onor del vero, è più che dignitoso, ma da una storia così complessa e articolata riesce davvero difficile credere che qualcuno pensasse di tirarne fuori un successo!
La sceneggiatura è intervenuta pesantemente sul materiale originale, sforbiciando soprattutto quello che è il cuore del film (la vendetta) e preferendo soffermarsi su delle lunghe premesse: se la prima parte è ben riuscita e con un ritmo piacevolmente dilatato, la seconda smorza la tensione drammatica riducendo la "feroce vendetta" a poche scaramucce risolte in poche battute, smorzando pesantemente gli assunti così pedantemente illustrati. A che sono serviti i moniti dell'abate Faria sulla forza nichilista della vendetta se poi il film non ce ne mostra affatto i risultati? E così la pellicola sceglie la strada della rappresentazione corretta, pulita e scorrevole, con qualche concessione alla modernità in alcune battute (non tutte riuscite), senza avere mai un momento di vibrata passione e correndo pericolosamente sul filo della noia.
Noia evitata solo grazie alla regia priva di fronzoli (salvo un amore spropositato per i dolly) e ad un gruppo di interpreti in ruolo, seppure per nulla ispirati: un film salvato, forse, solo dalla sua mancanza di ambizione che, per assurdo, è stata anche la causa del suo insuccesso. Da notare un dettaglio futile, ma particolarmente ridicolo: è assodata ormai la pessima abitudine degli americani di mostrare scritte in inglese nelle pellicole ambientate in altri paesi (vedasi, ad esempio, CHOCOLAT), ma stranamente una scritta in francese è sfuggita alla "censura", un innocente "Bon anniversaire" sulla torta per il figlio di Mondego. Forse è stata una delle prime scene girate, ed era un peccato buttar via un dolce di simile portata...

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