Regia di Mario Costa vedi scheda film
Nell’Egitto dell’Ottocento il perfido Omar tiranneggia il popolo, disponendo delle vite dei sudditi. Il figlio dello sceicco Hassan, a cui è stata uccisa la sorella, interviene per vendicare sé e i suoi concittadini.
Cappa & spada/peplum che mescola con modesto mestiere tutti gli ingredienti basilari per questa tipologia di film (avventura, esotismo, combattimenti, azione, una sottotrama sentimentale, vendetta e lieto fine), Il figlio dello sceicco è un’operina a basso costo e mediocre tasso di intrattenimento, destinata a soddisfare le esigenze di un pubblico di poche pretese, quando ancora il cinema era uno svago popolare. La piatta regia di Mario Costa, habitué del cosiddetto cinema ‘di genere’, fa il necessario e nulla più, così come la confezione del lavoro non si spinge oltre al minimo sindacale (musiche di Francesco De Masi, fotografia di Angelo Lotti, scenografie e costumi – sempre l’elemento più fasullo in questo tipo di pellicole – di Giancarlo Bartolini Silimbeni); soggetto e sceneggiatura sono firmati da Nino Stresa: anche qui pura ordinaria amministrazione, con tutti i classici snodi del classico canovaccio del filone. Coproduzione fra Italia e Francia con scarsi ‘effetti speciali’ anche fra i nomi del cast: Gordon Scott, Cameron Mitchell, Moira Orfei, Alberto Farnese, Cristina Gaioni, Nando Tamberlani e Maria Grazia Spina sono gli interpreti principali. Curiosamente tre lustri esatti più tardi Bruno Corbucci girerà un altro Il figlio dello sceicco, con protagonista Tomas Milian, commedia sboccata e trucida. 2,5/10.
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