Regia di Walerian Borowczyk vedi scheda film
Teatralità, letterarietà, eros, thanatos, si incontrano in questo film di Borowczyk tratto ancora da André Pieyre de Mandiargues: una donna affascinante adesca un uomo nei cunicoli di una metropolitana e inizia un dialogo imperterrito, seducente e quasi estenuante. I due escono allo scoperto nei loro ruoli ancora incerti tra chi sia il cacciatore e chi la bestia; arrivano nel boudoir della donna e il gioco si fa più minaccioso e dialettico, misterioso, tra farfalle brasiliane e piante, in mezzo alla luce sporca che domina tutta la pellicola, còlta dal montaggio inquieto e attento ai particolari della natura morta tipico del regista polacco, una luce che rivelerà una essenza quasi inumana nei riverberi e negli abbagli.
In definitiva un film piuttosto cupo, malsano, forse anche pessimista, e che colpisce.
Splendide architetture organistiche di Johann Sebastian Bach.
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