Regia di Alessandro D'Alatri vedi scheda film
Suscitando accesi dibattiti con compagno e amici, sono stata fra le poche a non riuscire a entusiasmarsi completamente per Casomai. La metafora dei pattinatori (e i volteggi dei due campioni) è magnifica e toccante; alcune sequenze sembrano un filmino di famiglia tanto sono pure registrazioni di emozioni comuni a tutti; l'invito del prete a uscire è sorprendente e offre un interessante spunto di riflessione; in effetti le storie d'amore cominciano e finiscono anche così, ma... ma il messaggio complessivo del film è semplicistico ("Mi ricordo che a casa nostra, se arrivava un nuovo bambino, si stringeva la cinghia e si allungava un altro po' la minestra, ma eravamo felici che fosse arrivato" o qualcosa di simile)e guarda alla realtà con occhiali bidimensionali, senza tener conto delle molteplici sfumature che nella vita quotidiana sono invece l'unico ostacolo o punto di partenza da tenere in considerazione.
Alla fine, un'interessante analisi sui mille legami e le mille pastoie con cui una storia a due deve fare i conti si trasforma in un "uniti vinceremo", impreziosito e salvato dagli sguardi che gli invitati si scambiano fuori dalla chiesa.
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