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La donna di Parigi

Regia di Charles Chaplin vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La donna di Parigi

di OGM
10 stelle

Charlie Chaplin – come lui stesso tiene a precisare, nel testo introduttivo – non compare in questo film. Ciononostante, sull’opera sembra stendersi il sorriso amaro e claunesco dell’omino coi baffi e la bombetta, che stempera la tragedia ricordandoci che a nulla vale opporsi e strepitare, dato che, da che mondo è mondo, così è la vita. D’altronde la mediocrità dell’esistenza - la cui consapevolezza “affligge” tutta la sua cinematografia – include, come pregio indiscutibile, la precarietà della disgrazia, che quindi non è mai assoluta, definitiva, e completamente vincente.  Le nostre scelte possono essere sbagliate, le nostre imprese sfortunate, le nostre passioni irrealizzabili, ma la vita ci riserva comunque una via di uscita. Marie St. Clair, la giovane protagonista di questa storia, riesce sempre, nei momenti di crisi,  ad imboccare una strada alternativa, a fuggire in avanti, per lo più avventatamente, ma forte della certezza che muore davvero solo chi rimane fermo. Se il destino, passando, le scippa la felicità, lei gli corre dietro per riprendersi il maltolto: questo è il motivo per il quale scappa dalla casa paterna, abbandona il fidanzato e sale da sola sul treno per Parigi, si rifà una vita con un uomo ricco, ritorna poi dal suo vecchio amore, e, infine, dopo la morte di quest’ultimo, si ritira in campagna per dedicarsi alla cura dei bambini abbandonati. Il genio di Charlot è la fantasia di chi non si rassegna, nemmeno nelle condizioni estreme; è una reazione spavaldamente creativa quella che, nelle sue comiche, fa scattare il paradosso, trasformando ogni inciampo nel trampolino di lancio di una gag.  Così, ne La donna di Parigi,  ogni evento drammatico imprime alla storia un’accelerazione positiva, un’energia nuova che ne devia il corso portandolo a toccare tanti, diversi territori del romanzo rosa, dal dilemma morale alla critica sociale, dall’eroismo sentimentale all’edificazione spirituale.

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