Regia di Pepe Danquart vedi scheda film
Ci sono pellicole che nascono a tavolino: tu mi dai i soldi e io ti presto Olivier Martinez (Francia); io sborso una parte e pretendo la partecipazione straordinaria di Alida Valli (Italia); io copro ciò che manca per chiudere il “pacchetto” e, in cambio, il film lo girate qui (in Spagna), con meastranze nostre e qualche caratterista non nemo propheta in patria. Ecco, dunque, “Semana Santa”: un pastrocchio che coinvolge ben sei paesi (anche la Danimarca, l’Irlanda...) e che non può non pagare il dazio del progetto studiato al punto che, agli esami finali, nessuno arriva preparato. La presenza, poi, di Mira Sorvino, si giustifica presumibilmente per l’attrazione fatale intercorsa fra lei e il bel Olivier. Quanto alla storia - sulla carta, a dir la verità, accattivante - c’è poco da dire: una specie di giallo ambientato a Siviglia durante i giorni della Passione, con alcuni esponenti di una setta religiosa in odore di fanatismo spinto che, avendo qualche conto in sospeso col pesante e insopportabile passato franchista, se la prendono con un manipolo di sprovveduti ficcanaso. E Mira? Ammira, attraversando gli affascinanti set sivigliani come una perfetta turista americana. Mancava solo che si fermasse in un negozio a fare shopping. Regia totalmente priva di una qualsiasi inventiva
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