Regia di Hal Brady vedi scheda film
Scritto in un quarto d’ora (da Jean Josipovici), girato in cinque giorni, interpretato da comparse rastrellate nei corridoi di Cinecittà, uno degli innumerevoli “spaghetti-western-spazzatura” nati sull’onda dello strepitoso successo dei film di Sergio Leone, prima e dei Trinità, della coppia Spencer-Hill (Carlo Pedersoli e Mario Girotti), poi. Le pistole sono scacciacani che fanno più fumo che rumore, il morso di una vipera è letale come la puntura di una zanzara e non si sa se scrivere prima il nome o il cognome del cast tecnico che appare nei titoli di testa; gli ultimi rantoli di un genere che, tra il 1970 ed il 1973, ha raggiunto vette di banalità assolutamente sconcertanti. Richard Harrison ha sempre navigato nel cinema di serie B e lo si ricorda, più che per aver interpretato il primo spaghetti western [“Duello nel Texas” (1963) di Ricardo Blasco (ed il non sempre accreditato Mario Caiano)], per “non” aver partecipato al secondo, ovvero, un certo “Per un pugno di dollari” (1964) di Sergio Leone, lasciando il posto all’allora semisconosciuto Clint Eastwood. Già aiuto regista di Luciano Salce, Emilio P. Miraglia (che si firma Hal Brady) ha una professionalità a malapena sufficiente per dirigere il filmino del matrimonio di qualche parente, mentre a Franca Polesello strappano letteralmente di dosso i vestiti, ma le sfuggenti nudità non sono servite ad attirare spettatori al cinema.
Non originale e, anzi, con più di un debito verso terzi, la colonna sonora di Maestro Vasco (Vassil Tomov Kojucharov) è l’unica cosa sensata in questo bailamme allucinate!
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