Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
Bellocchio. Pare di vederlo, mentre sistema comodamente i suoi soliti bersagli inermi, spara qualche colpo da distanza ravvicinata, e poi si gira tronfio verso la platea a raccogliere applausi. Una sequenza che si ripete con triste regolarità. Avrebbe meritato solo silenzio assoluto, invece perfino a distanza di anni quest'ora (e quaranta) di ateismo viene spacciata per capolavoro. E' un cinema cadaverico tenuto in vita dal bisogno di appagamento facile: mancano umiltà, impegno, autocritica e necessaria aderenza al reale. Il film sprizza leziosità da ogni inquadratura, smarrendosi fra sequenze esasperanti che il regista non può controllare perchè troppo impegnato ad improvvisare uno stile che sembri abbastanza raffinato. L'ideologia non riesce a contraffare la retorica, centellinata ma più che sufficiente, imbarazzante quasi quanto avventura amorosa e duello cavalleresco. Tutto è finalizzato ad avvalorare la stantia tesina da miscredente arrabbiato, che a quanto pare molti hanno ancora necessità di sentire e risentire. Ma chi ha appreso la lezione dopo le prime ore, tanto tempo fa, con maestri veri, non ha bisogno di ricevere ripetizioni da allievi invecchiati ormai perennemente a secco d'idee.
Udite udite, quanto sono ipocrite religioni e Chiesa.
ha per avversario un bluff ultrasecolare, contraddittorio, fittizio, antiquato, demodè, e non riesce a distruggerlo coi fatti. Deprimente.
buona prova
inespressiva
fa quel che può nelle scomode vesti di un personaggio con assai pochi motivi di esistere.
bravo
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