Regia di Todd Phillips vedi scheda film
Il sequel dell'ormai cult movie Joker è tanto interessante per il messaggio che manda quanto debole per la forma con cui sceglie di mostrarsi.
Probabilmente la maggior parte di tutti coloro che nel 2019 amarono, o odiarono, il film di Todd Phillips avrebbero preferito che esso restasse un film a sé stante, privo di sviluppi ulteriori nonostante quel finale ammiccante. Ma si sa, i soldi fanno gola a tutti e un miliardo di incasso complessivo è una tentazione fin troppo forte per i sempre affamati portafogli hollywoodiani. La voglia di fare il bis di succulenti quattrini ci porta all'uscita di questo Folie à Deux, distribuito nelle sale italiane a partire dal 2 ottobre 2024. La pellicola vede il ritorno di Phillips alla regia e ovviamente di Joaquin Phoenix nei panni di Arthur Fleck, alias Joker. Del nuovo cast fanno parte Lady Gaga, Brendan Gleeson e Catherine Keener. La trama riprende (più o meno) da dove il precedente film si era interrotto. Il sempre matto e depresso Arthur Fleck è rinchiuso nel manicomio criminale di Arkham in attesa del processo per i vari omicidi commessi. Mentre il suo avvocato vorrebbe puntare sull'infermintà mentale come linea di difesa in tribunale, Arthur fa la conoscenza di Harleen Quinzel (Gaga), un'altra disturbata che si è presa una grande cotta per Fleck dopo che questo ha mostrato al mondo il suo Joker. Attaccato dalla giustizia che lo vorrebbe sulla sedia elettrica ma coccolato dai criminali che lo vorrebbero libero, il clown di Gotham City trasformerà il processo in un vero e proprio show.
Consideriamo per un momento il Joker del 2019. In quel film, l'emarginazione e l'ingiustizia della marcia società spingevano un individuo fragile ed instabile come il protagonista alla follia omicida, che si concrettizava nella nascita del pagliaccio più famoso del mondo fumettistico internazionale. Tutti noi eravamo convinti di aver assistito all'ascesa di quel personaggio. Arthur Fleck era ormai diventato Joker. Per questo, nel sequel, ci saremmo aspettati di ritrovarlo esattamente come lo avevamo lasciato. Eppure, non è stato così. Perché Todd Phillips ha deciso di girare un film che parla sì di follia, ma a due, come dice anche il titolo. In questo film, Fleck è combattuto tra l'essere Joker, come vorrebbero i suoi sostenitori e la sua amata e l'essere Arthur, come invece vorrebbe il suo avvocato e altri personaggi del film. Folie à Deux è quindi l'occasione per esplorare temi molto interessanti come la gestione della fama e la profonda differenza tra come siamo realmente e come ci vedono gli altri, o meglio, come gli altri vorrebbero che fossimo. Tutti hanno la loro idea di chi sia il personaggio interpretato da Phoenix, ma lui cosa vuole davvero? Questo è il quesito del film. E quando, alla fine, egli deciderà di essere semplicemente Arthur, perderà il sostegno di chi vedeva in lui Joker. Così facendo, il regista delude contemporaneamente tutti quegli spettatori che si aspettavano la storia del super-criminale di Gotham. Phillips non ci ha dato il Joker che volevamo vedere. Trattando il suo personaggio come se fosse realmente vivo, il film ci intrappola, perché se ora lo bocciassimo saremmo costretti ad ammettere che anche noi non tolleriamo le scelte individuali, preferendo vedere negli altri solo ciò che ci aggrada. Tutta questa riflessione è il vero cuore pulsante di Folie à Deux, nonché il suo aspetto più riuscito e degno di merito.
Una volta stabilita la validità della sceneggiatura, scritta da Phillips stesso a da Scott Silver, il resto del film è grosso modo degno di promozione. Joaquin Phoenix è sempre un bravissimo attore, anche se la sua perfomance non gode di quella freschezza tipica del primo film. Lady Gaga fa il suo e risulta credibile, nonostante il suo personaggio (palesemente una versione più "realistica" dell'Harley Quinn dei fumetti DC) serva quasi solo a sottolieare il messaggio della pellicola dato lo scarso approfondimento di cui soffre. A livello di regia, Todd Phillips padroneggia molto bene il mezzo cinematografico, regalandoci un paio di piani sequenza ben congegnati. Bella (e molto) è, poi, la fotografia di Lawrence Sher. Ciò che davvero abbassa la valutazione di Folie à Deux è però la scelta di averlo voluto girare come un musical. Sia chiaro, non c'è nulla di sbagliato nel passaggio da quello che era fondamentalmente un thriller-noir ad un nuovo genere infarcito di musica. Peccato che Phillips si sia dimostrato inadatto a girare sequenze musicali. I momenti musical sono, infatti, la componente più deficitaria. Sono inconsistenti, piatti, a volte troppo brevi, poco coreografati e quasi del tutto privi di scenografie interessanti, per non parlare di quella maledetta scena del tip-tap, a dir poco orribile. Troppo spesso, Phillips si limita semplicemente a riprendere il tizio/a che canta, senza aggiungere alcun elemento di contorno. Un musical di questo tipo non funziona affatto bene. Purtroppo, facendosi due conti ci si accorge di come, senza le sequenze in musica, il film sarebbe durato molto meno. Avremmo senz'altro gradito un maggiore spazio della trama, piuttosto che ritrovarci con balletti e canzoni neanche troppo orecchiabili e dimenticabili.
Joker: Folie à Deux è un film che si pone sulla stessa linea drammaturgica del precedente ma che decisamente non ne raggiunge le vette qualitative. Considerato il finale, questa volta ci si aspetta (anzi, quasi si pretende) davvero che la storia di Arthur Fleck e del suo Joker finisca qui. Tuttavia, non si tratta affatto di una fine ingloriosa, perché l'ultima fatica di Phillips, con tutti i suoi difetti, resta un buon film. Non un film necessario, non un seguito eccellente. Semplicemente, un buon film.
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