Regia di Michael Sarnoski vedi scheda film
E così anche "A Quiet Place" ha raggiunto la serialità: ormai non la si nega più a nessuno. D'altronde l'idea di partenza era molto buona, con cattivissimi alieni aracniformi che colpivano solo se indirizzati da un rumore, che il buon John Krasinski aveva sviluppato nel 2018, nell'ottimo esordio. Il seguito era un po' ricalcato, di qualità inferiore, ma piacevole e questo terzo episodio, un prequel, stavolta affidato al fido Michael Sarnoski, con cui scrive la sceneggiatura, cerca il salto di qualità, spostando il tutto a New York, con scenari più spettacolari, quasi da film Marvel. In realtà, la caratteristica degli alieni fa sì che questi film siano giocoforza silenziosi, cosa che non fa che aumentare la tensione ed evitare fracassonate varie. D'altro canto però bisogna riuscire a riempire degnamente i cento minuti di visione ed è qui che "Giorno Uno" perde la battaglia contro il primo episodio: la storia è lacrimevole fin dalle prime battute, con la nostra protagonista di giornata (Lupita Nyong'o) che è già malata terminale ma si trova a New York nel momento in cui cadono questi alieni dal cielo. Lei e il suo gatto (ma perchè?!), che passerà indenne qualunque cosa, incontrano un aspirante avvocato e finiscono per fare coppia, cercando di tornare a Harlem, luogo natìo delle morente. L'azione c'è, specialmente nella prima parte, la tensione pure, bene, ma poi il film cala vistosamente, diventando troppo sentimentale e scontato. E' un film pieno di rimandi: all' 11 settembre, nettamente, e a film come "Cloverfield", "A Proposito di David" (il gatto) e "Alien". Una buona fantascienza ma che non va oltre una distratta visione. La regia è discreta, gli effetti speciali buoni e, tutto sommato, è meglio di tante schifezze che circolano. Per me, però, sarebbe stato più adatto a una serie TV, cosa che non escluderei del tutto. Sufficiente.
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