Regia di Costa-Gavras vedi scheda film
La solita calunnia, trita e ritrita, del presunto silenzio/assenso che Pio XII avrebbe tenuto nei confronti della persecuzione agli ebrei ad opera dei nazifascisti. Qualunque persona che non abbia davanti agli occhi le fette di salame dei pregiudizi anticattolici può accertarsi della falsità delle accuse sostenute. Queste partirono col dramma "Il vicario" (1963) di Hochhut, del quale è stata in anni recenti ricostruita la genesi. Insostanza, fu commissionato dal KGB per vendicarsi dell'anticomunismo di Pio XII. Incaricarono quindi i servizi segreti della Romania di inviare in Vaticano due finti preti rumeni, i quali avevano il compito di spiare dettagli sufficienti affinché, opportunamente manipolati, dessero al previsto dramma una parvenza di verità. Naturalmente nel film non si fa menzione dell'ordine del papa a tutte le comunità religiose di occogliere e nascondere il maggior numero possibile di ebrei. Cosa che fu fatta, salvandone a migliaia dai rastrellamenti e dal campo di concentramento. Non si fa neppure parola delle numerose testimonianze di riconoscenza che il grande pontefice ricevette pubblicamente nel dopoguerra da parte delle comunità ebraiche di tutto il mondo. Se Pio XII evitò tuonanti pronunciamenti ufficiali fu solo per evitare ulteriori rappresaglie e ritorsioni su ebrei e cattolici, scelta della quale non si può dargli torto. Eh sì, perché è ora di finirla con menzogne e calunnie. Costa-Gravas dovrebbe prendere atto della verità e mettersi il cuore in pace.
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