Regia di Gareth Edwards vedi scheda film
Da appassionato di film di fantascienza, non potevo perdere The Creator, che, a mio avviso, mantiene le promesse ed è un film complessivamente riuscito.
Secondo i miei parametri, a prescindere dalle epoche storiche del film e dai mezzi tecnici a disposizione (è chiaro che più sono moderni più sono scintillanti ed accattivanti), il film di fantascienza è riuscito quando riesce a materializzare un universo verosimile, che “tiene” al di là delle inevitabili incongruenze o paradossi irrealistici.
Il futuro prossimo di The Creator configura un mondo tutto sommato non così distante dal nostro e quindi accettabile, nonostante architetture e mezzi tecnologici che si percepiscono immediatamente come avulsi dalla nostra realtà.
La discussione intorno all’intelligenza artificiale ed alle sue potenzialità è passata dalla teoria alla pratica in The Creator che vive sul conflitto globale tra uomini e esseri senzienti con intelligenza artificiale, che, verso le fine del film, passano dalla parte dei cattivi a quella dei buoni.
Mentre i profili architettonici delle città ci fanno stropicciare gli occhi, alcuni aspetti lasciano perplessi, come gli esseri artificiali vestiti da monaci buddisti e le metafore belliche in effetti trite e ritrite.
Dal punto di vista attoriale, l’opera si regge sull’interpretazione sempre complessa e sofferta di John David Washington e su quella straordinariamente espressiva della piccola Madeleine Yuna Voyles. Tutti gli altri attori restano nello sfondo.
E’ un film che si “vende” meglio di quanto effettivamente non sia meritevole.
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