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The Creator

Regia di Gareth Edwards vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Creator

di obyone
7 stelle

 

John David Washington

The Creator (2023): John David Washington

 

Un uomo e una bambina, in lotta per salvare l'umanità e salvare sé stessi. È la sintesi

approssimativa di "The Creator", film pensato, scritto e diretto da Gareth Edwards, regista di

"Rogue One - A Star Wars Story". Piuttosto banale il riassunto, molto meno la sintassi che si compone di elementi narrativi già noti (perdita degli affetti, inganno, risveglio morale,

catarsi) sfruttati, sapientemente, apportando alla struttura del racconto un lessico derivativo ma di forte impatto emozionale e spirituale. "The Creator" prende spunto un po' ovunque: Asimov e le tre leggi della robotica, le atmosfere sulfuree e claustrofobiche di "Blade Runner", "Avatar" ed il suo muscoloso imperialismo, lo struggente finale di "Rogue One" ripreso con altrettanto pathos.

L'habitus è costituito da schemi ed azioni comuni al filone fantascientifico che Edwards si sforza di tramutare da elemento totalizzante ad elemento utile ad uno scopo narrativo che non si esaurisca nell'offerta di immagini strabilianti ed effetti speciali stordenti. La scansione dell'animo umano, la lettura di sentimenti, passioni e ideali superiori è, perciò, l'obiettivo a cui il genere si sottomette nelle mani del regista britannico.

Edwards si ricollega idealmente ai recenti "Ad Astra" ed "Arrival", con in testa gli inarrivabili "2001: Odissea nello spazio" e "Blade Runner" capostipiti della new wave fantascientifica degli anni '60, quella che, per effetto dei mutamenti sociali e culturali in atto, aveva facilmente soppiantato la narrativa catastrofica e puramente esplorativa degli anni di guerra. "The Creator", dunque, si conforma alla fantascienza di Kubrick e Scott, proponendo un genere adulto che mette in naftalina le esplorazioni "outer space" per concentrare la propria riflessione sull'esplorazione ("inner space") dei singoli individui di fronte alle complessità sociali in cui vivono. 

La fantascienza di "The Creator” narra, perciò, dei sentimenti vibranti di cui sono capaci l'uomo e la donna e che ne caratterizzano la spinta emotiva. Cerca, infine, un varco nella psiche complessa ed oscura, ultima (vera) frontiera dell'esplorazione umana. Il racconto ripercorre l'analisi comportamentale dell'individuo che, in un contesto futuristico e ipertecnologico, si sente alienato, annaspa, si lascia trascinare in crociate ideologiche sbagliate per poi riconquistare il proprio diritto alla disubbidienza civile. Come nella letteratura degli anni '60 vi è una componente psichedelica, nelle immagini idealizzate e malinconiche rimodulate dalla mente sofferente dal protagonista, e vi è una componente trascendentale che si manifesta nell'ideale ricerca di un aldilà mistico, inteso dalle A.I. come elemento cardine per conferire umanità a ciò che non ne ha una.

L'aspirazione di possedere un corpo di fluidi e carne rappresenta il Nirvana di un'intelligenza artificiale che nella sua perfezione formale e tecnologica non ha alcun desiderio di distruggere né recare danno a chi, invece, ha

l'ambizione di sostituire il proprio corpo corruttibile con uno dalle potenzialità inesauribili. È sicuramente affascinante l'idea di imprigionare la personalità in un individuo in una memoria flash e riporla in un corpo esente dalle debolezze della fragilità umana. Il bacio tra Joshua e Maya è la perfetta fusione del percorso ascendente dell'uomo verso la perfezione della vita eterna e quello, a contrario, discendente, della macchina che aspira ad una vita mortale.

 

scena

The Creator (2023): scena

 

 "The Creator" non ha fatto benissimo in patria, come spesso succede qualora un regista voglia imprimere un registro autoriale ad un'opera di fantascienza, genere considerato di puro intrattenimento. Gareth Edwards ha probabilmente pagato l'aver preso le parti dei deboli sconfessando, virtualmente, la politica estera americana, sempre pronta a seminare bombe ovunque gli interessi economici lo richiedano.

Si ripiomba nell'incubo del Vietnam in questa futuristica rivisitazione del conflitto. Gli Stati Uniti combatto la Nuova Asia rea di aver concesso asilo ai reietti e averne coperto la fuga. 

Gareth Edwards non si lascia andare ad eccessi di fantapolitica. Il nodo Taiwan è cruciale affinché si mantenga la pace tra l'Occidente e il gigante cinese ed il conflitto armato messo in scena nel film si ricollega alle tensioni politiche orientali che nel l'isolotto si concentrano. Gareth Edwards evoca un futuro terribile in cui gli americani sostituiscono il napalm con mezzi di scansione elettronica e testate nucleari. Evoca responsabilità facilmente neutralizzate dalla propaganda e dalla sicurezza di stato che manipolando le informazioni indirizzano la pubblica opinione dove meglio crede. 

Ed offre, infine un monito ed innumerevoli spunti su cui riflettere in merito alla potenza delle armi e all'evoluzione dell'intelligenza artificiale. 

Se negli Stati Uniti l'accoglienza è stata tiepida all'estero il risultato è stato migliore dando eco al coraggioso tentativo dell'autore di invocare un futuro di relazioni pacifiche ed un uso delle tecnologie a favore delle vita anziché della morte. 

 

Disney+

 

 

"Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo

mancato intervento, un essere umano riceva danno." (I. Asimov)

 

scena

The Creator (2023): scena

 

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