Roma 1971. Nel bel mezzo delle proteste “Senza lavoro non esiste dignità umana, e i giovani in particolare, sembrano essere senza speranza ed espropriati del loro futuro” una novizia di origini americane viene mandata nella capitale del Cristianesimo per promettersi eternamente a Dio.
Ottimo film che inaspettatamente non tralascia i particolari…vedere sempre prima di giudicare.
Partiamo dall’eccellente fotografia e scenografia che valorizzano i dettagli come la badessa minacciosa con la ruga delle marionette, le forcipi acciaiate, i crocifissi perlati vescovili che risaltano il copricapo bianco dei talari in contrasto con l’abbigliamento sintetico da discoteca anni 70, i divani in pelle pioggia che spiano una sigaretta mai fumata, il vento notturno che pettina le tende orlate a parochet, le collane portafortuna spalancate su petti villosi di camicie fantasia, il pulviscolo che crea l’effetto polvere di stelle nella stanza buia, etc..
La regia ha meditato a lungo sulle radici del terrore, in effetti bastano alcuni semplici ingranaggi ben piazzati come una foto in bianco e nero , dei rallenty efficaci, il sorriso foruncolato malvagio del diavolo, gli schizzi fanciulleschi irruenti semiotici, le autocombustioni spontanee con i volti sardonici, il silenzio ossequioso della magia della preghiera, il latino che risuona nelle celebrazioni eucaristiche da eco in stile Carmina Burana, etc..
Debitore di Suspiria ma anche di Phenomena di Argento in alcuni fotogrammi come l’incontro tra Margaret Daino e padre Brennan, il Sorrentino irriverente iniziale di “The Young Pope”, la morbosità di Seria studiata in “E non liberarci dal male”, il Ringu del primo Nakata , il girotondo inquietante di Lado ma anche il Soavi capronesco gelatinoso della “Chiesa” …insomma ci hanno studiato a fondo.
Anche la Colonna sonora non è una casuale ma il pentagramma se vogliamo è quello di sempre…archi e striduli collocati al posto giusto nel momento opportuno… nelle soundtrack c’è anche un omaggio alla grande artista Carrà con “Rumore” ballata negli anni 70 fino allo sfinimento.
Il film come è giusto che sia è anche una forte critica sociale alla chiesa del “secolarismo”, dei poteri della manipolazione della fede, delle caste cardinalesche con al vertice l’anticristo, del giorno della bestia 666, del terzo occhio massonico, della teoria della cospirazione del nuovo ordine mondiale.
Occhio alla protagonista Nell Tiger Free ed ai comprimari che dopo la serie cult “Il trono di spade” dimostrano ancora il loro talento attoriale.
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