Regia di Arkasha Stevenson vedi scheda film
Certo non siamo dalle parti di cialtronate partorite-in tema- con l'esibito intento soltanto di far soldi come "L'Esorcista- Il Credente", seppure lo scopo e il risultato principale siano i medesimi, c'è una ben differente capacità di fare horror e soprattutto imbastire almeno una minima atmosfera e tensione, disagio, da parte della esordiente nel lungo Arkasha Stevenson(che si era preparata a questo all'interno di "Channel Zero"), rispetto a un inetto di successo come Gordon Green.
Peccato per i/le soliti/e imbecilli che potranno scrivere e speculare- e lo stanno già facendo-, sul fatto che la protagonista è una giovane donna, una suora, quindi di una istituzione autoritaria e illiberale, costretta e violentata nel corpo ad avere una gravidanza che non vorrebbe dal solito patriarcato annidato nella Chiesa, e gli uomini che usano la donna per i loro poteri e interessi ecc., e altre sciocchezze di questo tenore, che sicuramente sono buone pure per le pagine cartacee della rivista.
L'ambientazione a Roma negli anni '70 che si ricollega a quella dell'eccellente originale, è abbastanza ben realizzata senza troppe sbavature spesso presenti nei film americani-anche se certi brani nella scena in discoteca bisogna vedere se sono proprio già del '71, sembrano di dopo- pur con non troppi esterni nei quali spicca una Piazza del Popolo con alcune auto d'epoca parcheggiate.
Ma il collocamento nelle manifestazioni di sinistri extraparlamentari e casini vari per strada, di cui si parla in altre recensioni dandoli chissà quale importanza e ispirazione, è puramente di colore e nient'altro, ricordando certe analoghe operazioni alla "La Terza madre" di Argento, "Anno del terrore", di John Frankenheimer, non proprio il massimo.
Peccato per il finale eminentemente commerciale, assurdo visto che si doveva ricollegare direttamente al primo film di Richard Donner, aperto e foriero di una solita nuova futura trilogia, o cose così all'insegna della neo-serializzazione dominante, di impronta "para-piattaforma".
Apprezzabile l'utilizzo della pellicola per conferire l'aspetto pastoso e caldo, nelle sue predominanti sequenze notturne e molto oscure, anche del convento convitto, dei tre film originari girati negli anni '70-'80.
John Nada
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