Regia di Ray Lawrence vedi scheda film
Talvolta i nostri familiari ci sono incredibilmente lontani, e gli estranei, per contro, inaspettatamente vicini: un'amara constatazione che rende paurosamente incerto il significato della parola "conoscenza". In questo film ogni individuo è come in vetrina: un oggetto che non appartiene a nessuno, e che ciascuno può guardare, ma non toccare; desiderare, ma non possedere. Dagli altri ci separa la parete trasparente ma impenetrabile delle nostre reticenze, di ciò che tratteniamo egoisticamente per noi, per la paura di cedere, con la chiave della nostra intimità, anche una parte del potere sulla nostra vita, del quale noi crediamo, scioccamente, di detenere l'esclusiva. In "Lantana" il dramma si sviluppa secondo l'impianto di un film giallo: la tensione nasce dal non sapere, e si risolve nella scoperta della verità. Ma quando il mistero rivelato riguarda i pensieri di chi abbiamo accanto, ciò che vediamo, in fin dei conti, è solo l'autentica, impietosa immagine della nostra stessa persona.
Un'interpretazione di tutto rispetto.
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