Regia di Giulio Base vedi scheda film
Nata in Toscana nel 1922, Margherita Hack è cresciuta sotto al regime fascista distinguendosi come ragazza eccentrica e fuori dagli schemi. La sua vita, insomma, non è stata banale, né semplice; giovanissima incontra il futuro marito, Aldo, con il quale decide di non aver figli per concentrarsi sulla carriera. Si laurea in fisica con una tesi sull'astrofisica e, nel 1964, viene chiamata a dirigere l'osservatorio astronomico di Trieste.
Una storia esemplare, quella di Margherita Hack (1922-2013): cresciuta donna nell'Italia del fascismo, atea, in una famiglia di origine svizzera, decisa a non avere figli e a dedicarsi all'astrofisica, diventa negli anni Sessanta la prima donna direttrice di un osservatorio astronomico in Italia e, nei decenni seguenti, una delle massime figure scientifiche del Paese. Bella idea, quella di dedicarle un biopic e fa piacere constatare che è stata la televisione di Stato a pensare al progetto; l'esperto Giulio Base dietro la macchina da presa non fatica a mettere insieme un lavoro compiuto, accattivante per il pubblico più vasto e disposto in scena a dovere – ma non fa neppure un passo oltre a ciò. Margherita delle stelle è insomma una fiction televisiva che non fa nulla per sembrare meglio di quel che è: funziona la ricostruzione storica nella sceneggiatura di Monica Zapelli, scritta con Federico Taddia e cioè il co-autore dell'autobiografia della Hack Nove vite come i gatti, ma visivamente ha sempre quel qualcosa di farlocco delle produzioni televisive; allo stesso modo i dialoghi risultano spesso un po' artificiosi e la recitazione stessa non è seguita alla perfezione. Altra pecca non da poco, il femminismo inserito ripetutamente a forza, anche e soprattutto dove pare assurdo (le frequenti riflessioni della protagonista su quanto le donne siano sempre state considerate inferiori nella Storia, che deviano la narrazione verso qualcosa, certo, di sensato, ma che non ha granché a che fare con il film). Nel cast: Cristiana Capotondi, Cesare Bocci, Flavio Parenti, Sandra Ceccarelli. 4,5/10.
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