Regia di Giulio Base vedi scheda film
Un prodotto per la tv senza infamia e senza lode, incentrato principalmente sulla gioventù di Margherita Hack e sulle resistenze incontrate nel mondo scientifico astronomico, fino ad allora quasi totale appannaggio maschile
Come tutti i film biografici, non ci si può certo aspettare voli pindarici da questa recente trasposizione cinematografica della vita di Margherita Hack (tratta dalla sua autobiografia), che Giulio Base sviluppa partendo da un'infanzia tutto sommato felice e spensierata, pur nel contesto fascista (ed in una famiglia dove il padre, di origini svizzere, con il fascismo non aveva certo un buon rapporto). Nella gioventù,interpretata da Cristiana Capotondi professionalmente ma senza infamia e senza lode, la Hack inizia a scoprire le basi di quella che sarà la sua passione, l'astrofisica, pur percorrendo inizialmente altre strade (come l'impegno nell'atletica). E sopratutto scopre le resistenze del mondo scientifico maschile ad integrare ed accettare una donna in un mondo che fino ad allora era stato appannaggio quasi esclusivo degli uomini. Certo alcuni aspetti forse potevano essere approfonditi meglio andando ad indagare anche momenti della maturità personale e professionale della Hack, ma tutto sommato il film si dimostra un valido ritratto di una scienziata che si è dimostrata anche una grande divulgatrice e che non aveva certo timore di esprimere il suo pensiero, anche al di fuori del contesto prettamente scientifico.
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