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Captain America: Brave New World

Regia di Julius Onah vedi scheda film

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La recensione su Captain America: Brave New World

di Marco Poggi
5 stelle

Il Sam Wilson/Falcon di Anthony Mackie ha il suo film stand alone Marvel, come nuovo Capitan America volante, che preferisce ereditare solo lo scudo, che fu di Steve Rogers, ma non il super siero. La vera (non) sorpresa, però, è il presidente Ross di Harrison Ford, capace di trasformarsi, non per colpa sua, in un rabbioso Hulk rosso.

Il Sam Wilson/Falcon di Anthony Mackie ha il suo film stand alone Marvel, come nuovo Capitan America volante, che preferisce ereditare solo lo scudo, che fu di Steve Rogers, ma non il super siero, che trasformò il suo predecessore nella leggenda della Seconda Guerra Mondiale. Il problema è che, però, risulta confuso, rivelando, fin dai trailer, quello che poteva essere il vero colpo di scena della storia: l'Hulk rosso di Harrison Ford, che interpreta anche il presidente USA, Taddeus "Thunderbolt" Ross, ex-persecutore di Hulk e principale resposabile della diatriba Ifron Man/Caòitan America-Steve Rogers, cirxa i famosi "Patti di Sokovia". Fra isole celestiali contese fra America e Giappone (riaspunta infatti il gigante celestiale, emerso dall'acqua e apparso alla fine di "ETERNALS" e s'introduce, nell'MCU, l'adamantio, quel materiale che rende le ossa e gli artigli di Wolverine, degli X-men indistruttibili), un Falcon ispanico, che si accoppia al nuovo Cap, complotti che coinvolgono il primo Capitan America (Carl Lumbly), accusato d'aver attentato alla vita del presidente Ford, scene di volo che vorrebbero essere alla "TOP GUN", ci si emoziona davvero solo nello scontro finale, quando Ford diventa grande, grosso e rosso. Un film modesto. Più che il seguito della serie Disney Plus "FALCON AND THE WINTER SOLDIER", è il sequel che non t'aspetti de "L'INCREDIBILE HULK", del 2008, perché Ford rimpiazza il compianto William Hurt, come ex-generale Ross, iniziandogli a tagliare i suoi iconici baffi dei fumetti e cercando di adattarlo ai suoi personaggi tipo (Han Solo, Deckard e Indiana Jones) e facendolo diventare un presidente USA  (il suo secondo, dopo quello di "AIR FORCE ONE"), con problemi al cuore (Ross, per curarsi, si rivolge a un irriconoscibile Samuel Sterns, il temuto Capo dei fumetti Hulk - sempre impersonato, come nel 2008, da Tim Blake Nelson - che gli fa prendere delle pillole a raggi Gamma, che gli provocano sbalzi d'umore e semi-trasformazioni) e di cuore (vuole fare pace con la figlia Betty, una Liv Tyler usato solo in mezza scena, che lo accusa d'aver dato la caccia suo fidanzato Bruce Banner). Nonostate ciò, questo è un film dove Capitan America agisce da solo, ai giorni nostri. un qualcosa che avrei preferito vedere più con Steve Rogers/Chris Evans, invece di rendere i suoi due film moderni, solo appendici degli Avengers movie. Anthony Mackie prova a giostrare un ruolo che potrebbe cambiargli la carriera, ma non è certo Eddie Murphy e Will Smith, inoltre non si vuole iniettare il supersiero, forse per non rinunciare alle sue ali. Se non si è fan e non interessa il personaggio di Capitan America, anche in versione Sam Wilson, ci si potrebbe annoiare, perché il nuovo regista manca del tocco che fu dei fratelli Russo. Il Capo di Tim Blake Nelson ordisce un complotto che vorrebbe essere, come quello di Zemo di "CAPTAIN AMERICA CIVIL WAR", ma ci riesce a metà. Visto il gigantsco e pacchiano Hulk Rosso, si sente un po' la mancanza di Bruce Banner (anche Mark Ruffalo), in versione Hulk spacca, pure lui, e/o di sua cugina Jennifer Walters. Doppia curiosità: Harrison Ford, unico nome di grido del cast, può finalmente vantarsi con la moglie, Callista Flockhart d'aver interpretato, pure lui, un personaggio a fumetti, visto che la Flockhart l'aveva anticipato una decina d'anni fa, interpretando l'eccentrica giornalista Cat Grant, nella serie TV "SUPERGIRL", con Melissa Benoist, nei panni della cugina del noto Superman della DC Comics.
 

 

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