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Ricky Stanicky

Regia di Peter Farrelly vedi scheda film

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La recensione su Ricky Stanicky

di Souther78
6 stelle

Opera interessante e godibile, che non annoia e stimola lo spettatore ad andare fino in fondo alla storia, con un John Cena decisamente nella parte. Peccato per le storture new-woke e ideologiche, che contaminano il film, imponendo un minimo di capacità di discernimento.

 
Ricky Stanicky è un ottimo prodotto... medio. Funziona, ma avrebbe potuto funzionare molto meglio. L'idea di partenza è intrigante, e stimola a seguire le alterne sorti dei nostri. John Cena, a sorpresa, si mostra incredibilmente a proprio agio nel ruolo che gli è stato ritagliato, risultando assolutamente credibile nei tic, nelle ansie, nei timori, così come anche nell'impersonare il dandy di turno.

 

Il wrestler prestato al cinema finisce per rubare la scena perfino a Zac Efron, e, senza sorprese, agli altri comprimari più o meno sconosciuti.

 

La malinconia insorge allorchè siamo costretti a constatare come il cinema dissacrante e spregiudicato dei Farrelly Bros. abbia ceduto il passo al più becero e ridicolo pseudo-finto perbenismo new-woke, in cui per essere ammessi alla distrazione di massa occorre fare giuramento di fedeltà ai finti ideali finto progressisti. E, così, vediamo come sempre registi, attori, produttori (come, del resto, politici e miliardari) maschi, bianchi, etero, predicare omosessualità, interrazialità, femminismo, etc. Il tutto, rigorosamente, all'insegna del motto: "Armiamoci e partite!".

 

Così, del tutto a sproposito, e senza alcuna credibilità, vediamo coppie gay, cerimonie ebraiche, uomini con caratteristiche di ragazzine adolescenti nevrotiche, etc. 

Decisamente un peccato, che anche questo prodotto abbia dovuto subire il triste destino della contemporanea forma di censura additiva: laddove, un tempo, si tagliavano scene di un certo tipo che facevano parte dei film, oggi le si aggiunge appositamente per imporre il diktat orwelliano vigente.

 

Politica a parte, la verve dell'opera non annoia mai, e anche una seconda visione regala alcune chicche insperate, come del resto titoli di testa e coda. Merito di una sceneggiatura attenta al dettaglio, e del consolidato mestiere del regista.

 

Non sarà il Tutti pazzi per Mary degli anni '20, e probabilmente non ce ne saranno mai più di "quelli", ma l'intrattenimento e le risate sono assicurati.

 

Da guardare e gustare, ma con senso critico e discernimento, con la consapevolezza di trovarci propaganda pura e ideologie malcelate.

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