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The Warrior - The Iron Claw

Regia di Sean Durkin vedi scheda film

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La recensione su The Warrior - The Iron Claw

di supadany
6 stelle

I buoni propositi sono fondamentali per non rimanere spiaggiati in una stasi perenne, per guardare in avanti con fiducia costruendosi un futuro, per affrontare a testa alta le tante sfide che ogni cammino contempla. Al contempo, non devono diventare occludenti, fagocitando ogni altra priorità e assumendo la forma di un’ossessione che non ammette deroghe, tanto più quando una presa di posizione del genere influenza direttamente chi condivide il percorso, senza offrirgli/concedergli alcuna scelta/alternativa.

Un caso tipico/consueto riguarda il rapporto tra padri e figli, quando la figura di riferimento riversa sulla sua discendenza dei veri e propri diktat, un’eredità fatta di aspettative ineludibili, imponendo una visione unica e incontestabile, un recinto che esclude a priori qualsiasi forma di dissenso, vuoi anche una predisposizione naturale che uscirebbe dallo spartito originario.

Questa è la principale linea disciplinare di The iron claw, un film dal grande impatto iniziale che però perde gradualmente slancio, rimanendo imbottigliato in una cronaca dei fatti che, a un certo punto, non può fare altro che (s)balzare da una scena madre all’altra.

Stati Uniti, 1979. Dopo una carriera da wrestler che non gli ha regalato i successi auspicati, Fritz Von Erich (Holt McCallanyMindhunter, Blackhat) organizza eventi locali e allena i suoi figli, con la speranza che uno di loro diventi un campione assoluto, la più grande stella del firmamento. Il primo della lista è Kevin (Zac EfronUna birra al fronte, Ted Bundy – Fascino criminale) ma, in quella che diventa un’autentica graduatoria estremamente variabile, avanza David (Harris DickinsonTriangle of sadness, Beach rats) in virtù della sua migliore capacità comunicativa, senza dimenticare Kerry (Jeffrey Allen WhiteThe Bear, Shameless), costretto a rientrare in famiglia quando le sue aspirazioni olimpiche svaniscono, a causa di forze maggiori, nel nulla.

Anche Mike (Stanley Simons - Superior), il figlio più giovane, è costretto ad accantonare la sua reale passione per far parte dello show di famiglia, mentre Doris (Maura TierneyThe affair, Bugiardo bugiardo), madre e moglie profondamente religiosa, non prende mai alcun tipo di posizione.

Proprio quando la vetta è ormai a un passo, con David impegnato in una campagna di successo in Giappone, la situazione precipita, secondo Kevin, che nel frattempo si è sposato con l’amabile Pam Adkisson (Lily JamesCenerentola, Baby Driver), per colpa di una maledizione abbattutasi sulla dinastia dei Von Erich.

 

Jeremy Allen White, Zac Efron, Harris Dickinson, Stanley Simons

The Warrior - The Iron Claw (2023): Jeremy Allen White, Zac Efron, Harris Dickinson, Stanley Simons

 

Spetterà proprio a lui cercare di uscire da un tunnel che sembra essere senza fine, destinato a radere al suolo un’intera dinastia.

Sceneggiato e diretto dal canadese Sean Durkin, segnalatosi nel 2011 per l’angosciante La fuga di Martha e più di recente per l’importante apporto alla serie Dead ringers (suoi anche l’evitabile The nest – L’inganno e il sorprendente Southcliffe), The iron claw ripercorre gli avvenimenti, perlopiù drammatici, occorsi alla famiglia Von Erich, affrontando questioni che non lasciano indifferenti.

Spaziando con disinvoltura tra gli show artefatti del wrestling e una dimensione familiare irrimediabilmente fallata a monte, The iron claw (non si capisce il senso dell’aggiunta di The warrior nel titolo italiano) descrive un contesto/modello patriarcale della peggior stirpe, nel quale la ricerca dell’affermazione individuale, anche per interposta persona, è ottusa, con una forma mentis dominante che non lascia spazio/scampo e una primum movens mai messa in discussione nonostante le numerose evidenze avverse. D’altronde, le spie d’allarme non si accendono e le differenti sensibilità rimangono inascoltate, così come i malesseri divengono incurabili, rimanendo - in buona sostanza – sullo sfondo fino a quando la strada, a senso unico e senza uscite di emergenza, tracciata non sbocca nel dirupo che la attende a braccia aperte.

Una distorsione dell’American dream, con il fato che pare beffardo/crudele ma che in realtà semplicemente asseconda/segue scelte scellerate, che viaggia a doppia velocità. Di fatto, a una prima parte tonica, che scorre con buona fluidità, ne segue una seconda che, a partire dal giro di boa (individuabile con la fine del sogno di David), rimane incagliata/strozzata in una successione interminabile di disgrazie, con un’esposizione che - a un certo punto - deve necessariamente andare di fretta, senza poter decantare e riprendere fiato, con tanti aspetti che avrebbero meritato/necessitato di una maggiore considerazione (probabilmente, un materiale così pantagruelico si sarebbe prestato meglio a una serie televisiva), senza scordare che contestualmente ci sono iniezioni semplicemente fuori luogo (vedasi una visione dall’al di là che più evitabile/deleteria non si può).

Comunque sia, se il film lascia un po’ di amaro in bocca, quantunque le incisioni siano profonde, le interpretazioni meritano applausi sinceri. Al di là di quelle trasformazioni fisiche che vengono quasi sempre ben accolte, The iron claw gode della presenza di tre – più o meno - giovani attori in costante crescita/ascesa, che si spalleggiano esprimendo un affiatamento funzionale, con un Zac Efron che dimostra di essere disposto a tutto pur di affrancarsi definitivamente dai suoi esordi disneyani, mentre Harris Dickinson e Jeffrey Allen White confermano una caratura attoriale/artistica pronta a una definitiva – e più alta - consacrazione. Infine, senza nulla togliere a loro, il vero pezzo da novanta di questo riquadro è il mai sufficientemente lodato Holt McCallany che, usufruendo finalmente di un ruolo rilevante, primeggia con una definizione impeccabile nella sua durezza e inflessibilità.

 

Zac Efron, Harris Dickinson, Jeremy Allen White, Stanley Simons

The Warrior - The Iron Claw (2023): Zac Efron, Harris Dickinson, Jeremy Allen White, Stanley Simons

 

In estrema sintesi, The iron claw è un film folto e stimolante che, pur introiettando elementi significativi e alcuni valori indiscutibili, non riesce a sbrogliare la matassa e a elevarsi, con buona pace della critica americana che lo ha generalmente premiato con poche riserve. Una macchina da corsa con una comunicazione apertis verbis che lascia poco spazio all’immaginazione, con il ring della vita che abbatte lo spettacolo del wrestling a suon di spallate, che alla lunga tramortiscono ogni velleità superiore.

Tra sudore e lacrime, fisici scolpiti e fragilità interiori, gloria e oblio, sacrifici e delusioni, vittorie presunte e battute d’arresto, una disciplina ferrea e bisogni inespressi, copioni prestabiliti e viscere avvelenate, fardelli insostenibili e conflitti destinati a rimanere insoluti.

Prestante e ammaccato, struggente e congestionato.

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