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Madame Clicquot

Regia di Thomas Napper vedi scheda film

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La recensione su Madame Clicquot

di Gangs 87
6 stelle

Barbe-Nicole e François sono giovani, innamorati e felici. Decidono di avviare insieme un’attività vinicola ma la prematura morte di François scombina i loro piani. Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot dovrà superare i pregiudizi e le rigide regole del XVIII secolo che rilegano la figura della donna in ruoli prestabiliti per mandare avanti l’azienda di famiglia. Farà di tutto per non rinunciare ai terreni su cui crescono i loro vigneti e su cui hanno messo gli occhi i rivali della famiglia Moët.

 

Il Veuve Clicquot è ad oggi uno degli champagne più esclusivi al mondo. Thomas Napper adattando il romanzobiografico The Widow Clicquot: The Story of a Champagne Empire & The Woman Who Ruled It scritto da Tilar J. Mazzeo decide di narrare la storia, per molti sconosciuta, che è nascosta dietro un marchio di prestigio che è nato nel fango delle campagne francesi ed è sopravvissuto grazie all’ostinazione e all’amore di una donna memorabile.

 

La suggestiva ambientazione viene esaltata dall’ottimo utilizzo della fotografia che con i suoi toni scuri, impreziosisce i paesaggi e gli ambienti in cui si muovono i protagonisti. Numerosi e continui salti temporali che muovono Barbe-Nicole tra passato e presente, aiutano lo spettatore a tessere la trama romantica e ostinata di una passione: quella di Barbe-Nicole per il suo amato François; François giovane brillante che abbandonandosi ai deliri della mente cade nel tranello dei narcotici che appannano i pensieri e agitano gli animi. Imprigionato in un mondo illusorio e tormentato come il più classico degli artisti, cede il passo ad una tragica e prematura fine.

 

La pellicola di Thomas Napper racconta i primissimi anni di quest’avventura, concentrandosi sul periodo immediatamente successivo alla dipartita di François quando Barbe-Nicole si ritrova giovanissima a gestire la figlia e un’attività da poco avviata e con ingenti perdite a causa della malsana gestione del defunto marito. Oltretutto è una donna. Nel 1700. Periodo in cui talune attività, come la gestione di un’azienda, erano proibite.

 

Ma Barbe-Nicole è caparbia e affiancata dalle persone giuste, non solo riesce ad eludere la legge, trovando un cavillo burocratico che prevede la gestione di un’impresa per mano di una donna solo se il marito della stessa viene a mancare, ma anche a far rifiorire l’azienda con innovazioni e rivoluzioni che tutt’oggi vengono impiegate nell’ambito della produzione dello champagne.

 

Ad interpretare la femminista-imprenditrice Barbe-Nicole c’è la talentuosa Haley Bennett perfettamente a suo agio si aggira per le stanze buie, illuminate solo dalle flebili candele, avvolta in costumi che la vogliono nel presente perennemente in lutto (a quanto pare la donna non si risposò mai più), e nel ricordo avvolta da un candido bianco, china su ampolle che sembrano pozioni magiche e in cui invece miscela sapori e odori alla ricerca della formula perfetta, ancora oggi inarrivabile.

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