Regia di Thomas Napper vedi scheda film
AL CINEMA
La giovane sposa dell'erede della tenuta vinicola Clicquot, rimane vedova ancora giovane, dopo che il marito era riuscito ad avviare una produzione di vino pregiato, patendo mille vicissitudini che gli tolsero la serenità e lo indussero ad un gesto inconsulto.
Sola, con una figlia ancora bambina ed un suocero intenzionato a vendere la magione ai concorrenti Moet, la donna si impunta e convince il padre del suo defunto marito a lasciarle condurre l'azienda, che nel frattempo deve affrontare le imposizioni napoleoniche che limitano le possibilità di esportazione, affrontando anche almeno un paio di stagioni climaticamente disastrose che mandano l'azienda sull'orlo della bancarotta.
Aiutata da un brioso ed affascinante commerciante, già nemmeno troppo segreto amante del proprio marito defunto, la tenace Madame Clicquot riuscirà non solo ad imbottigliare il miglior champagne di quei remoti anni, la annata conosciuta come "della cometa", ma riuscirà a rendere l'azienda una delle più rinomate ed eccelse aziende vinicole di Francia e del mondo. Prodotto anche dalla protagonista Haley Bennett e dal noto regista Joe Wright, Madame Clicquot è una coproduzione Usa/GB/Francia tratta dalla biografia The Widow Clicquot di Tilar J. Mazzeo.
Il film, dalla efficace ambientazione e dallo sforzo produttivo piuttosto evidente, ripercorre la tribolata vita di Barbe-Nicole Ponsardin e la sua difficoltosa gestione della Veuve Clicquot Ponsardin dopo la morte del fragile ma tecnicamente esperto ed ispirato, giovane e stravagante marito.
Ne emerge certo una figura di donna tenace, in anticipo suo tempi retrogradi e chiusi verso un ruolo di manageriale femminile, a quei tempi considerato anacronistico e controproduttivo. Purtroppo però il film è anche afflitto da dialoghi e situazioni che finiscono per scadere nel lezioso o nello stucchevole, soprattutto quando il film si concentra a descrivere le controverse relazioni segrete che i due coniugi troppo velocemente separati hanno finito, in momenti differenti, per avere con lo stesso personaggio interpretato da uno spavaldo e un po' manierato Sam Riley.
Haley Bennett ci mette impegno nel rendere i timori, ma anche l'orgoglio da combattente della tenace protagonista, ma la struttura del film, utilizzando sin troppi flashback con cadenza quasi irritante, finisce per complicate una narrazione che si sarebbe preferita più lineare e meno azzardata da salti temporali gestiti in modo troppo approssimativo o confusionario.
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