Regia di Karim Ainouz vedi scheda film
76° FESTIVAL DI CANNES 2023 – IN CONCORSO
La vicenda molto romanzata di Catherine Parr, ultima moglie di Enrico VIII dopo divorzio o decapitazione delle precedenti. La sceneggiatura si prende grandi libertà con i fatti storici con la giustificazione che la storia ufficiale parla solo di uomini e guerre, il resto bisogna inventarselo. Quindi ci mostrano che Catherine sarebbe stata grande amica della predicatrice Anne Askew, che incitava alla ribellione contro l'autorità, accusata di eresia e condannata a morte. Poi pare che la regina stesse venisse condannata come eretica e si sia autosalvata ad un passo dalla forca, ma la storia non dice esattamente questo, sebbene sospetti e inchieste sul suo conto ci siano stati davvero.
Firebrand è una gran delusione da parte del bravo regista Karim Aïnouz di Euridice Guismao, che all’esordio in una grande produzione in lingua inglese firma un polpettone in costume insipido e convenzionale, che non si distingue in nulla dalla massiccia produzione di serie e film già esistente sull'Inghilterra dell’era elisabettiana o Tudor, diventata sempre più copiosa nell'ultimo decennio.
Le solite vesti a gorgiera, i soliti cappelli piumati, i soliti intrighi di corte e di letto, le solite anacronistiche nobildonne nere che ormai appaiono inesorabili ad ogni Corte inglese dei secoli passati che appaia sullo schermo, in epoche dove non le avrebbero volute neppure come sguattere, figuriamoci come dame di compagnia della Regina.
Tra i personaggi da dimenticare il Re Enrico VIII di Jude Law : un maiale brutale e prepotente divorato dalla cancrena.
Aïnouz cerca il colpo di scena con un finale inventato di sana pianta, ma non gli riesce tramite questo mezzuccio di svegliarci dal torpore di un film moscio e noioso.
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