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Longlegs

Regia di Oz Perkins vedi scheda film

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La recensione su Longlegs

di Gangs 87
7 stelle

Longlegs è stato definito uno degli horror più spaventosi degli ultimi anni. Ma è davvero così?

 

Racconta la storia di Lee Harker una giovane agente dell’FBI con poca esperienza e (sembra) molto intuito. Viene reclutata dal veterano agente Carter per investigare su una serie di omicidi-suicidi in Oregon accomunati da un sinistro rituale: il capofamiglia uccide gli altri membri prima di togliersi la vita. In ognuna di queste famiglie una delle figlie festeggia il compleanno il 14 di un mese. Durante le indagini, emergono legami personali tra Lee e il killer e ciò la motiva ancora di più a risolvere il caso.

 

Il regista del film, Oz Perkins, ha definito la sua opera una “compilation dei film dell’orrore” e analizzando la colonna sonora e scandagliando il suo protagonista, voce stridula e look da front man, non possiamo che dargli ragione; però diciamo la verità Longlegs non è un film horror. È un thriller, un ottimo thriller che si tinge di un rosso vivo sfociando, in alcuni punti abilmente diretti, in un contesto paranormale e inquietante.

 

Giocando con le inquadrature e con i silenzi, con gli sguardi dei protagonisti e con il fuoricampo (la figura di Longlegs in alcune scene viene inquadrata in modo distorto, quasi ad altezza bambino) Oz Perkins confeziona una pellicola che ci riporta agli horror degli anni ’80 non senza fare l’occhiolino ad alcuni dei migliori thriller mai realizzati (Il silenzio degli innocenti e Hereditary sono i primi due che mi sono venuti in mente).

 

Perkins si prende gioco dello spettatore creando una tensione persistente che aleggia per tutta la durata della pellicola. Alimenta il senso di angoscia finché lo spettatore non arriva a trattenere il fiato; lascia intravedere angoli oscuri o porte aperte, facendogli credere che qualcosa sia in agguato e lasciandolo in attesa fin quando si accorge che… non avviene niente. Nonostante ciò riesce a non smorzarne mai quell’effetto angosciante che perdura per tutta la visione.

 

Menzione speciale a Nicolas Cage, attore che solitamente non apprezzo molto, che nei panni e nelle ossessioni di Longlegs dà vita ad un personaggio che è già iconico. Non fosse per alcune digressioni evitabili e taluni approfondimenti non necessari che riempiono la sceneggiatura di dettagli che ne appesantiscono lo svolgimento, saremmo di fronte ad un capolavoro ma così non è!

 

Longlegs è un film furbo, piuttosto imperfetto, eppure bello come pochi da guardare rigorosamente al cinema, mi raccomando!

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