Espandi menu
cerca
Longlegs

Regia di Oz Perkins vedi scheda film

Recensioni

L'autore

diomede917

diomede917

Iscritto dal 20 agosto 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 9
  • Post -
  • Recensioni 532
  • Playlist 1
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Longlegs

di diomede917
7 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: LONGLEGS

Cosa dire di un film che inizia e finisce con Get it on dei T-Rex, che ha come protagonista un serial killer glam rock che ha il poster di Marc Bolan nella sua cameretta al piano di sotto e che apre il film evidenziando i denti dell’Idra e come sia sporca e dolce la sua ragazza quasi a voler anticiparci il rapporto che legherà l’agente Lee Harker e il misterioso Longlegs per poi partire a tutto volume con Jewel ancora dei T-Rex?

Basta solo questa premessa per farsi ipnotizzare da un film sulfureo in tutte le sue manifestazioni.

Longlegs viaggia su due universi temporali paralleli che vengono rappresentati in due modi e stili ben definiti, una scelta stilistica che fa di Oz Perkins un grandissimo regista di genere (sua è anche la sceneggiatura).

Abbiamo gli anni 70 che non solo rappresentano il passato ma soprattutto rappresentano il ricordo e il trauma rimosso nel tempo e come tale è rappresentato e rinchiuso all’interno di un 4:3 che rimanda ai filmini in super 8 che ci facevano i nostri genitori e alle Polaroid che fissano per sempre un’immagine. Una foto che vista dagli occhi di una bambina di 9 anni può tagliare gli occhi di questo misterioso personaggio albino che per presentarsi fa uno strano e inquietante “CuCù”.

Poi abbiamo gli anni ’90 rappresentati da una foto di Bill Clinton in evidenza, un Oregon che sembra uscito da Twin Peaks e una coppia di investigatori che devono catturare un serial killer che opera in maniera del tutto singolare da quasi 30 anni.

Le vittime sono tutte famiglie che hanno una bambina che compie gli anni nel giorno 14, un padre che impazzisce e stermina tutti i componenti del nucleo familiare per poi suicidarsi e una lettera cifrata che ricorda i messaggi in codice di Zodiac con tanto di firma in bella evidenza “LONGLEGS”.

La coppia di investigatori è composta dall’esperto Agente Carter che vive questo caso come un’ossessione, ha una bellissima famiglia con una bellissima moglie e una bellissima figlia prossima a compiere gli anni il giorno 14. Ad affiancarlo viene scelta la giovane agente Lee Harker. Una ragazza “Quasi Sensitiva” che ha il dono di scoprire dove si nascondono i serial killer, dono che costa la vita di un suo collega ma che può essere determinante per decifrare il piano “Diabolico” di Longlegs. E’ una ragazza solitaria che ha come unico contatto col mondo esterno una mamma iperprotettiva (proprio come quella di Norma Bates di Perkinseniana memoria) e molto religiosa fino ad arrivare al fanatismo (tipo la Piper Laurie di Carrie lo Sguardo di Satana).

Oz Perkins racconta questa discesa agli inferi dei nostri peccati con una lentezza voluta e ricercata e suddivisa in tre parti ben definite che ne determinano il racconto, la storia ti entra dentro come un tarlo per poi esplodere in un finale che ti destabilizzerà per molti giorni.

Un po’ come mi successe dopo la visione di Seven, che tra tutti i titoli che hanno citato in sede di lancio è quello che ha maggiori affinità.

Abbiamo un serial killer che ha un piano ben costruito con chiari rimandi al mondo esoterico (citato più volte in maniera esplicita proprio quel Charlie Manson che ha messo in atto le proprie stragi purificatrici grazie ai propri adepti), abbiamo una poliziotta che riesce non solo a decifrare il codice ma riesce addirittura ad arrestarlo ma come fu con il personaggio di Brad Pitt è totalmente ignara di essere al centro del grande progetto perché come lei ha scoperto grazie alla Bibbia c’è ancora un ultimo omicidio da sventare e lo si scoprirà nella terza inquietante parte intitolata: LE FESTEGGIATE.

Longlegs è un film diabolico che ha nell’espressione quasi catatonica (poi si capirà il perché ) di Maika Monroe il punto di forza, tiene tutto il film sulle sue spalle ma soprattutto sui suoi occhi persi e segnati dalla rimozione di un evento del passato che piomberà con una forza devastante e che segnerà per sempre il suo presente e il suo eventuale futuro.

E poi c’è lui, Nicolas Cage. Gli bastano 10 minuti all’interno di una storia di 1 ora e 40 per incidere in maniera determinante  dentro un film che resterà nel tempo uno dei migliori horror degli anni 2000.

Voto 7,5

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati