Regia di Oz Perkins vedi scheda film
Longlegs non fa eccezione rispetto alla miriade di prodotti affini nei quali cercare un filo logico che sia vagamente corposo è una perdita di tempo.
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L'agente speciale dell'FBI Lee Harper ha un sesto senso piuttosto pronunciato, tanto da giocarsela alla pari contro il "generatore di numeri". Per la precisione, messa di fronte a questa curiosa macchina che invita a tirare numeri a caso da 0 a 100, ne indovina 8 su 16: insomma, è una sensitiva a metà. In virtù di questa curiosa e inspiegabile semi-dote, viene assegnata ad una serie di casi spalmati negli anni e da anni arenati, che hanno visto, in tempi e luoghi diversi, 10 uomini far strage delle loro famiglie e poi suicidarsi, facendo ritrovare in casa, sempre, una letterina compilata con caratteri strani e firmata "Longlegs", senza mai la presenza di impronte, testimoni, segni di effrazione o tracce di DNA diversi da quelli dei cadaveri vari sparsi.
C'entrano gli enigmi, c'entrano le bambole, e c'entra il diavolo, ovviamente. E si sa che quando c'è di mezzo lui, di norma, si tende ad evitare di infastidirlo e abusare pesantemente della credulità del volenteroso spettatore. Longlegs non fa eccezione rispetto alla miriade di prodotti affini nei quali cercare un filo logico che sia vagamente corposo è una perdita di tempo. Quindi, se se ne ha voglia, ci si può accontentare di una mano registica comunque capace di avvolgere in atmosfere cupe uno script fiacco e privo di guizzi (entrambi sono opera di Osgoord Perkins), e soprattutto della performance quantomai gigioneggiante di un Nicholas Cage irriconoscibile che pare Marylin Manson truccato da Sandra Milo (e viceversa).
Altrimenti, astenersi resta sempre la scelta più saggia.
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