Regia di Yuval Adler vedi scheda film
Nicolas Cage nei panni luciferini di un marito sofferente per l'omicidio di moglie e figlia, giustamente in cerca di vendetta. Opera che vorrebbe essere alla Tarantino, finendo invece per rappresentare l'ennesimo atto narcisistico d'una star ridotta a macchietta involontariamente comica. Risultato: un massacro al box office.
David (Joel Kinnaman) lascia il piccolo figlio dalla nonna e si dirige con ansia a Los Angeles, per assistere la moglie in ospedale: sta per avere un secondo bambino ed è preoccupato per l'esito, data una prima gravidanza non andata a buon fine. I suoi propositi subiscono un inatteso contrattempo quando, nel parcheggio dell'ospedale, si trova minacciato da un uomo sconosciuto (Nicolas Cage) che lo obbliga, pistola alla mano, a riprendere la guida spingendolo in una direzione imprecisata. David teme di essere stato scambiato per un'altra persona, accusata dal minaccioso passeggero per abusi di contabilità che hanno portato a un delitto del quale sua moglie sarebbe stata testimone, finendo per essere uccisa assieme alla figlia. Qual è la verità? David è davvero in debito con un passato che, ora, torna a reclamare con prepotenza il conto?
"E il diavolo comincerà a invidiare coloro che soffrono troppo e li manderà in Paradiso."
(Nicolas Cage)
Diretto anonimamente da Yuval Adler, su sceneggiatura di Luke Paradise, ecco il classico film privo di trama vera e propria, prodotto da Nicolas Cage per Nicolas Cage e i suoi, sempre minori, fans. Qui Cage dà vita a una maschera tragicomica di improbabile realismo, la cui verosimiglianza è messa in crisi a partire da un look che si vorrebbe luciferino (capelli color rosso scarlatto, pizzetto nero demoniaco e abbigliamento casual con giacca viola). Maschera che diventa inopinatamente grottesca grazie al continuo strabuzzare occhi e fare grugni (allucinante quello all'interno del ristorante) da perfetto insano di mente. Un malato di mente capace di mettere sul juke box (ma esistono ancora, veramente?) I Love the Nightlife di Alicia Bridges, per poi lasciarsi andare a una danza spastica agitando una pistola. Chi ha pensato Sympathy for the Devil aveva certamente in testa alcune opere di Tarantino (prova ne sono i dialoghi logorroici, innestati su plateali e inattese esplosioni d'ira) e questo potrebbe essere l'unico motivo di attrazione per un film che, a lungo andare e considerata la presenza pressoché costante di Cage sul set, diventa motivo di disinteresse per lo spettatore, costretto a subire un esteso preambolo in auto e un seguito nell'area ristoro privo di adeguato sviluppo narrativo. Buona, comunque, la fotografia di Steven Holleran, professionista in grado di rendere vivaci, grazie all'indovinato uso del colore, le lunghe sequenze all'interno del veicolo. Un vero insuccesso al box office dato che ad oggi, dopo un mese e mezzo dal rilascio, il lungometraggio vanta 123.000 dollari d'incasso mondiale.
Sympathy for the Devil: "minacciosa" immagine di Nicolas Cage
"Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: 'Non c'è altro da vedere', sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro."
(José Saramago)
Trailer
F.P. 15/08/2023 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 90'18) / Date del rilascio: USA (theatrical), 28/07/2023; Singapore, 31/07/2023; Israele, Kazakistan, Ucraina, 27/07/2023; Estonia, 28/07/2023; USA (streaming), 28/07/2023; Polonia, 04/08/2023; Australia, 18/08/2023; Turchia, 08/09/2023; Emirati Arabi, 14/09/2023
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