Regia di Jean-Stéphane Sauvaire vedi scheda film
New York. Il giovane Olly ha l’aspirazione di diventare medico e vive nel quartiere di Chinatown con dei compagni di appartamento rumorosi causa dei quali fa fatica a concentrarsi sullo studio. Sta cercando di conciliare questa attività con quella di paramedico: è alle primissime armi, mentre il suo compagno di pattuglia è il ruvido ma esperto Gene, che non solo gli spiega come si svolge il lavoro ma gli dà anche il supporto psicologico per affrontare situazioni molto dure. Drogati in overdose, barboni, malati mentali, feriti da arma da fuoco nelle sparatorie fra gang rivali: sono i disperati più disperati ai quali deve prestare soccorso. E la maggior parte di loro non ce la fa.
Un film tesissimo, crudo ed epidermico questo “Città d’asfalto”, che non lesina sull’intensità visiva ai limiti della crudeltà per lo spettatore, si va dai primi piani di feriti da sangue, al cadavere in putrefazione da giorni, al suicidio…Lo spettatore vive insieme a Olly le sue notti di pattuglia in perenne stato di frenesia, il suo dolore per i persi, la sua frustrazione per la poca riconoscenza che riceve, l’occhio di una comunità disperata in cui la criminalità si infiltra nel degrado e nella disperazione. Ma mentre Gene commette l’errore di ergersi a giudice del comportamento degli stessi, scegliendo anche di non salvare la vita di una bambina nata in condizioni terribili da una tossicodipendente malata, perché sarebbe stata infelice, il comportamento di Olly è sempre limpido, compassionevole. Forse non ancora assuefatto dall’orrore del collega.
Asso nella manica del film è proprio il sempre bravissimo Tye Sheridan (Olly); ricordo che vinse il premio Mastroianni come giovane attore emergente a Venezia per il bellissimo “Joe” e pensai che “farà molta strada”. Tye riesce a trasmettere l’ingenuità, lo sgomento e poi la rabbia del suo personaggio con sguardo puro e giocando spesso di sottrazione. Alle tante, lunghe, scene di azione sulle strade in ambulanza, ai corpi distrutti, putrefatti, lesi, il regista frappone delle belle scene di sesso tra Olly e una giovane ragazza con un figlio di cui si infatua con i corpi vividi, nudi, dei due attori.
Purtroppo il film qui in Italia, probabilmente a causa anche delle tante nuove uscite di queste settimane e della lunga tenuta di alcuni film italiani (con i noti exploit) è stato distribuito col contagocce: una sessantina di multisale di circuito, ma con pochissimi spettacoli e peraltro a orari difficili. Ma il film merita, da vedere assolutamente. Voto (da 1 a 10): 7,5.
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