Regia di Alex Garland vedi scheda film
In un futuro (chissà) distopico, l'America è in lotta con sé stessa: una seconda guerra civile la sta dilaniando, ma noi non sapremo nulla delle motivaizoni, delle fazioni in lotta, di chi è il "buono" e di chi è il "cattivo". Lo scenario è già delineato: Washington e con lei la Casa Bianca, stanno per cadere. Lo sguardo bello e efficace di Garland, regista di polso, segue le vicende di alcuni reporter di guerra, ed è attraverso i loro occhi o i loro obiettivi fotografici che veniamo catapultati in prima linea. Il film, quindi, ha un'ambiguità notevole, perché non si capisce se voglia mostrarci la vita e i rischi di chi fa il Robert Capa di oggi, oppure voglia raccontarci un'America inquietante, non così distante da un futuro prossimo venturo. Forse, vuole fare tutte e due le cose, riuscendo meglio nella prima rispetto alla seconda, nonostante ci siano splendidi (cinematograficamente parlando) momenti di guerra pura. La spina dorsale del racconto è un viaggio "on the road", dei protagonisti, da New York a Washington, quasi 1300 chilometri di rischi, fra milizie, fosse comuni, azioni belliche e cani sciolti. Un bel cast di attori, lo rende perfettamente funzionale, anche se la figura della ragazzina, è pedante e debole. Un buon film, a tratti veramente inquietante e duro, che si lascia guardare strappando più di una riflessione. Avrebbe funzionato meglio, forse, nel formato "serie TV", gli spunti sono molti, ma va bene così.
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