Regia di Alex Garland vedi scheda film
Film interessante e per nulla campato in aria, alla luce dei recenti avvenimenti, in America e nel mondo, e con la consapevolezza che la guerra civile fa già parte della storia americana, chi può dire con assoluta sicurezza, "impossibile, non succederà mai". Gli americani si uniscono compatti contro un nemico comune, ma nelle "questioni interne" conoscono la guerra fratricida e non c'é bisogno di menzionare The Walking Dead per ricordarci di come in situazioni precarie, l'essere umano diventi barbaro e di come divenga difficile distinguere tra buono e cattivo, giusto e sbagliato.
Come in tutte le guerre, ci si può schierare da una parte o dall'altra, ma come in tutte le guerre, alla fine é irrilevante.
Essere fotografi di guerra é un lavoro pericoloso che mette non solo davanti all'orrore di quello che succede dinnanzi ai propri occhi, ma anche davanti a se' stessi, davanti al proprio orrore.
La troupe cerca di non farsi scalfire dagli eventi, e di fare il proprio lavoro con distaccata freddezza, fino a quando un imprevisto sul percorso non li mette a diretto contatto con la possibiltà della loro morte.
La disperazione e l'angoscia che fin'ora fotografavano fa ora parte di loro.
Ma freddezza e imperturbabilità torneranno, la giovane apprendista prende il posto della sua fotografa eriona, morta per essersi lanciata verso di lei davanti ad un proiettile, ed é lei che scatta la foto al presidente mente viene ucciso.
La vita é un fiammifero, e la fotografia che lo immortala prima che svanisca é più importante.
I motivi di questa guerra non vengono volutamente mai dati.
Dopo gli ultimi minuti di carneficina, chi vince questa guerra? E cosa vince?
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