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Civil War

Regia di Alex Garland vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Civil War

di daveper
6 stelle

L'ambiguità di Civil War mette in discussione i confini tradizionali tra il bene e il male.

I personaggi principali rappresentano prospettive diverse sul conflitto civile in corso: Lee (Kirsten Dunst), fotografa di guerra esperta e tormentata, cerca di mantenere la sua integrità morale nonostante le atrocità che documenta; Joel (Wagner Moura), un giornalista disilluso e cinico, pronto a sacrificare principi etici per uno scoop; Jessie (Cailee Spaeny), giovane e idealista, è attratta dall'adrenalina e dalla fama che il reportage di guerra può offrire, ignorando spesso il pericolo. 

La visione di Garland si basa su un'analisi acuta delle tensioni sociali e politiche presenti nella società contemporanea, evidenziando le divisioni profonde e i conflitti latenti che potrebbero portare alla rottura dell'unità nazionale. Attraverso il caos della guerra civile rappresentata nel film, si delinea un quadro inquietante di un paese diviso e in declino, in cui la fiducia nelle istituzioni è erosa e la violenza è diventata la norma. Attraverso la sua narrazione cupa e dalle tinte distopiche, "Civil War" invita a riflettere sulle fragilità della democrazia e sui pericoli dell'estremismo politico. 

La narrazione di "Civil War" offre intriganti parallelismi con diverse figure dittatoriali della vita reale, offrendo uno sguardo penetrante sugli sviluppi politici e sociali che portano alla caduta di regimi autoritari. In particolare, il film presenta chiari richiami all'ascesa e alla caduta dell'ex dittatore rumeno Nicolae Ceausescu. Allo stesso tempo, "Civil War" evoca paragoni con la presidenza di Saddam Hussein. La celebrazione dell'esecuzione del presidente nel film richiama vividamente l'atmosfera di vendetta che ha accompagnato la fine di dittatori come il fu presidente iracheno. A differenza di queste situazioni della vita reale, il regista Alex Garland sceglie di non fornire una chiara indicazione su come la nazione nel film affronterà la transizione verso una nuova leadership alla Casa Bianca. 

Attraverso l'occhio dei fotoreporter, utilizzando un approccio documentaristico e immersivo, il film cerca di catturare la complessità e il caos di una società divisa e in guerra. Anche se sono presenti sul campo di battaglia, i reporter non intervengono attivamente negli eventi, ma si limitano a registrare ciò che accade, testimoniando così la realtà cruda e brutale del conflitto. La loro presenza suggerisce anche un senso di distacco emotivo, poiché devono mantenere la calma e l'obiettività per poter riportare accuratamente gli eventi senza farsi trascinare dalle emozioni o dalle opinioni personali. Nonostante il pericolo e la violenza che li circondano, essi sono mossi dalla passione per il loro mestiere e dalla volontà di documentare la verità, anche a rischio della propria vita. La neutralità politica di Garland permette di esaminare i temi e le dinamiche del conflitto in modo più obiettivo, senza essere influenzati da pregiudizi o convinzioni preesistenti. 

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