Regia di Jeff Nichols vedi scheda film
Ecco ancora il classico film che uno avrebbe voluto apprezzare per diversi motivi,non essendo un ennesimo "rifacimento", seguito, "spin-off", cinefumetto, fantascientifico a grosso budget e minima attenzione all'umano ecc, ma poi vedendolo non può.
Alla fine la cosa migliore rimane il ricco cast, anche nelle parti minori.
Purtroppo tutto il potenziale che "The Bikeriders" sembrava avere sulla carta(anche se il fatto che l'intera sceneggiatura di un film di 110' titoli compresi, venisse tratta da un album fotografico non aiutava molto per il suo contenuto), sullo schermo non si vede.
Nichols in una intervista ha citato "Quei bravi ragazzi"(per i toni dei personaggi, e non è un film sulla mafia, se non quella che si crea all'interno e esterno di una sempre più potente banda di motociclisti) e "I Ragazzi della 56a strada", come modelli personali, se non da forse (im)possibile replicazione, come punti di riferimento cinematografici.
Sembrava una quantomai buona citazione, ma non è possibile citare una singola scena o un personaggio del film di Nichols, che possa ambire a stagliarsi da una certa "medietà", e solo aspirare ad avvicinarsi, a quelli dei modelli citati, vuoi anche per scelte di cast e tecniche, che non sono cosi "felici" come sembrerebbero.
Più buone per una narrazione da miniserie TV(fortunatamente distante dai modelli cafoneschi da HBO di "Sons of Anarchy") che certo a Scorsese o Coppola, i quali sarà anche la traduzione e il doppiaggio italiani di oggi, certamente non al livello di quelli di trenta-quaranta anni fa, già ci rendono tutto estremamente più piatto che in "Goodfellas" o "The Outsiders".
I personaggi avranno spessore nella sceneggiatura, ma sullo schermo sono stereotipati e meccanici, oltretutto a dimostrazione che forse la storia si prestava più alla narrazione di una miniserie, non si capisce ad esempio utilizzando solo le informazioni visibili nel film, perché Jodie Comer si sia sposata con il personaggio di Austin Butler.
Anche la scelta di fare del personaggio di Benny il vero protagonista e motore centrale di tutta la storia è insufficiente, o sì voleva soltanto un protagonista introverso, fascinoso, il classico egoista bel tenebroso fascinoso per il pubblico femminile, come tale.
Ad esempio quando Butler e la Comer si incontrano la prima volta, l'intero dialogo si può dire che sia per lui, del tenore: "Sono Benny". E Lei, "O.k., andiamo".
Potrebbe anche funzionare se rivelassimo che Butler è un grande trombatore, visto che sembra si odino nel primo capitolo e si amino così tanto nel secondo.
Ma no, il personaggio è inquietante in maniera caricaturale, così come il suo primo fidanzato ancora più inquietante e caricaturale, sempre a giro la notte, e difatti tutto accade per entrambi nel giro di una notte.
In verità sembra soltanto un altro esempio di opportunità sprecata di cast e troupe. Dopo 40 anni, sembra anche diciamola tutta, che "The Mask- Dietro la maschera" di Peter Bogdanovich, con Cher e Sam Elliot-nel 1985- avesse fatto un lavoro ben migliore, per mostrarci il dietro le quinte di una banda di motociclisti fuorilegge.
Anche il susseguirsi delle interviste in camera da cine-documentario dei vari protagonisti, presi come dalle pagine dello stesso libro album fotografico famoso sugli stessi da cui è tratto, non pare molto una scelta di autonoma originalità, quanto per attenersi il più possibile allo stesso libro, mentre forse il discostarsene un poco avrebbe aiutato.
"The Bikeriders" bisogna anche ricordare che doveva uscire l'anno scorso e invece è uscito soltanto adesso, bloccato per 9 mesi dopo alcune prime nei festival. Come nei precedenti film di Nichols e accennavo in apertura, attenzione è riposta al ricco cast in cui hanno spazio in un ruolo minore anche il suo attore abituale Michael Shannon, e Tom Hardy(Johnny), che doveva essere il vero protagonista in quanto è lui il fondatore originale del club di motociclisti Vandals, traendo ispirazione da "Il Selvaggio"(The Wild One)con Marlon Brando, trasmesso in TV.
In particolare è accattivante rivedere Norman Reedus in un ruolo a lui congeniale di motociclista che non sia relegato alla macchietta di Daryl Dixon degli ultimi 10 anni.
Interessante trattandosi di un film che dovrebbe essere incentrato sulle motociclette, è appunto il sonoro con tutti quei rombi diversi per ogni modello, e veramente appartenenti agli stessi originali.
Però come detto, tolti i due citati protagonisti, gli altri comprimari non sono adeguatamente sviluppati, e nessuno di essi riesce davvero a suscitare l'empatia e ancora meno l'interesse, dello spettatore. Non c'è la compassione che si provava per i personaggi protagonisti dei film motociclistici degli anni '70, come John Wintergreen, anche se il livello recitativo generale è abbastanza buono, non rende il film che solamente discreto, con una sensazione di vuoto oltre la cura visiva formale e visiva, quando avrebbe potuto forse essere un titolo notevole, in anni ben poco fantastici.
John Nada
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