La recensione su The Bikeriders

di alan smithee

5 stelle

AL CINEMA

The Bikeriders è un film che segna il ritorno in regia dell'interesse cineasta Jeff Nichols, che ha scritto la sceneggiatura basandosi sull'omonimo libro fotografico del 1968,a cura del fotografo Danny Lyon, in cui lo stesso intervista alcuni membri del moto club degli Outlaws MC., negli anni della sua irresistibile ascesa, destinata a farlo divenire uno dei circoli di moto più noti ed ambiti dagli amanti delle due ruote. Ma anche un club destinato a passare di mano da un carismatico e amato rappresentante, il duro e puro Johnny (Tom Hardy), ad un giovane scagnozzo che lo trasformerà in una banda dedita a svariate attività illecite come lo spaccio e persino il regolamento di conti in sospeso.

La storia, vissuta attraverso le vicende di alcuni personaggi, come Benny (Austin Butler) e Kathy (Jodie Comer), ha dalla sua un ottimo sforzo di ambientazione e può contare sul gran carisma di un Tom Hardy sempre più incline a trasformarsi nell'ideale erede di Marlon Brando, di cui ne ripete le spavalde gesta de Il Selvaggio, senza mai rischiare di ridursi ad una banale caricatura del vecchio indimenticato divo.

Ma è anche un film che esaurisce presto le sue cartucce positive, trascinandosi lungo il suo amaro epilogo senza mai riuscire a coinvolgere appieno lo spettatore assicurando il pathos che ci si poteva aspettare da una operazione forte di un cast così glamour.

Austin Butler, vero protagonista del film, possiede il physique du rôle che lo rende un nuovo Rusty James, seppur un po' sprecato in un film solo dignitoso.

Nel cast non poteva mancare l'ottimo Michael Shannon, attore di riferimento di tutta la notevole carriera del regista Jeff Nichols, responsabile di ottime prove come Take Shelter (2011), Mud (2012), Midnight Special (2016), Loving (2016).