Regia di Edward Berger vedi scheda film
Ridiculum dominatur
Ben prima del potersi onorare di essere considerata blasfema quest’operetta, in linea con lo sport nazionale da tempo in voga: “Sputa sui preti, che ti danno retta”, si arena nel ridicolo. Scontato il fatto che sia ridicola la storia di fondo, quella di un trans, (trans-come non ha importanza) che diventa Papa (chissà perché, rivedrei volentieri il film “La Papessa……. film di Sonke Wortmann del 2009,invece profondamente serio), l’operetta, appoggiandosi poderosamente sulle interpretazioni attoriali, riesce a fare molto di più.
Prendi Ralph Fiennes, e vedi come arranca, nei passaggi in cui non fa il poliziotto ma fa il cardinale, allorché vorrebbe essere sembrare mosso dall’ispirazione cerimoniosa dallo Spirito Santo: pare fatto di marijuana.
Prendi Picchio Castellicchio che, già logorato da anni e anni di bellocchiana (di Bellocchio, n.d.r.) esperienza assediato da tutti i preti del mondo, viene chiamato a rappresentare la parte reazionaria della Chiesa intanto che a tavola, ridanciano e scomposto, si infila godurioso il bavaglino alla gola davanti al piatto di tortellini in brodo mescendo vino col gomito alzato e ridacchiando coi compagni manco fosse Guccini fuori porta San Vitale, che gli manca solo il rutto di classe (ma non doveva impersonare un reazionario?!?).
Prendi il prete negro (giuro che se mi censurate la “g “di negro faccio rapporto ai carabinieri e alla Caritas) che si muove e gesticola come un rapper di New York allorquando deve dar conto di un “reato” che nemmeno la testolina piccola dei chi ha concepito l’operetta sa bene che reato dovrebbe essere….
Prendi la Rossellini/suo personaggio che, intanto che laica, viene vestita a suora e, nel suo piccolo, è l’unica che non sfigura troppo anche se era molto più credibile quando recitava con Andy Luotto nella televisione di Renzo Arbore, alla quale viene chiesto (oh, che progressisti gli autori!!!) di piegare il capo velato all’autorità maschil/ista/e.
Prendi Ligthgow, che s’imbarila come un pesce, e non sa bene se dover recitare da cattivo, da vittima, da imbroglione o da mancato papa, e non impersona né un cattivo, né una vittima, né un cardinale/mancato papa, ma solo un signore insignificante in una storia che semplicemente non sapeva dove metterlo.
E prendi infine il Cardinal-del-Mexico, vigliaccamente (direi proprio, vigliaccamente) fatto arcivescovo di Kabul (davvero la testolina degli autori è piccola….), ad uso e consumo delle cronache e delle speculazioni del tempo (cioè cronaca) che corre e che rende, e che è umiliato al punto di dover esibire i suoi attributi in conclave come se la cosa riguardasse la Chiesa (nel senso nobile e storico, e sacro) o anche solo il cinema (quanto misero è questo cinema qui).
Buon Natale a tutti.
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